Appunti sulla biblioteca contemporanea: il primo numero de laRivista

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    Questo primo numero de laRivista nasce da un lunghissimo percorso nel quale si sono alternati sperimentazione pratica e riflessione teorica.

    Fin dal 2012 – nella progettazione della prima edizione del Premio cheFare per progetti culturali innovativi – avevamo identificato le biblioteche come uno snodo fondamentale dei processi di trasformazione culturale. Fummo, quindi, molto contenti che il primo progetto finanziato dal premio fosse Lìberos, la piattaforma sarda di cultura collaborativa che riunisce lettori, librai, scrittori, traduttori, agenti letterari e bibliotecari.

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    Nel 2015 smettemmo di produrre il premio e iniziammo a sviluppare progetti in giro per l’Italia con le realtà più interessanti, tra le migliaia che avevamo incontrato. Da quel momento le relazioni con il mondo delle biblioteche hanno iniziato a farsi più strette.
    Partendo – prima di tutto – da Mantova, dove negli anni abbiamo lavorato agli accompagnamenti strategici delle cooperative Charta e Pantacon e ai percorsi di Partnership Pubblico Privato con la pubblica amministrazione, il terzo settore sociale e quello culturale. E dove abbiamo sviluppato il percorso di accompagnamento del Servizio Biblioteche del Comune, alternando formazione del personale a momenti di incontro e disseminazione con la cittadinanza. Passando poi da Milano e Napoli con l’accompagnamento strategico della Fondazione Terzoluogo che in quelle città sta costruendo piazze del sapere che integrano biblioteche pubbliche, servizi per l’infanzia e laboratori di comunità. E attraversando Bologna – nel percorso con la Biblioteca degli Oggetti LEILA – per arrivare poi in Piemonte, con la formazione del gruppo di lavoro della Cooperativa G. Accomazzi all’interno del Piano Integrato Urbano della Città di Torino.

    In questa lunga strada abbiamo imparato alcune cose importanti.

    La prima è che le biblioteche sono un’infrastruttura civica fondamentale per il paese. Perché sono baluardi nei quali il piacere della cultura e il potere trasformativo del sapere sono alla portata di tutte e tutti.
    La seconda è che le biblioteche attirano e attivano le competenze e le relazioni sui territori attraverso percorsi di partecipazione attiva. Quelle del personale, portatore di un sapere situato, specialistico e sfaccettato, con una convinzione ferrea del portato culturale e sociale del proprio lavoro. Ma anche quelle delle pubbliche amministrazioni, che nei casi migliori le rendono protagoniste di sperimentazioni importanti e coraggiose. E quelle degli utenti, che come fruitori, cittadini attivi o membri organizzati della società civile rendono le biblioteche sempre più porose e generative.
    La terza è che c’è ancora moltissima strada da fare. Ancora troppo spesso, l’immaginario che si associa alle biblioteche è quello di luoghi lontani e sterili. Per questo abbiamo chiesto ad alcune delle figure più interessanti incontrate di riflettere assieme a noi sulla trasformazione culturale in atto.

    Dove le biblioteche sono luoghi della conoscenza in un mondo in cui il sapere è centrale per rispondere all’accelerazione crescente delle disuguaglianze. Dove le biblioteche sono luoghi di collaborazione che sperimentano nuovi legami tra spazi, oggetti e persone. Dove le biblioteche sono centri di attivazione delle energie locali alla costante ricerca di nuove risposte situate ai problemi dei territori. Dove le biblioteche sono archivi nei quali abitano le memorie dei territori e si immaginano i futuri. Dove le biblioteche – quando ce n’è bisogno – sono luoghi del silenzio, di fronte al rumore che sempre più spesso ci rende impossibile distinguere e capire.

    Buona lettura.

    Con saggi e contributi di: Chiara Faggiolani, Giulia Pilotti, Antonella Agnoli, Fabio Bozzato, Costantino della Gherardesca, Alessandro Bollo, Nicola Lagioia, Edoardo Albinati, Francesca Ferrari, Vitandrea Marzano, Giovanna Brambilla, Giacomo Giossi, Giorgio Vasta, Silvia Calderoni, Ilaria Gaspari.

     

     

    Immagine di copertina di cottonbro studio da Pexels

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