Per Alan Moore il successo dei film di supereroi e l’elezione di Trump sono sintomi dello stesso male

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    Il primo lungometraggio da lui sceneggiato – The Show, di cui è stato presentato pochi giorni fa il trailer – esordirà oggi al Sitges Film Festival, così nei giorni scorsi Alan Moore ne ha approfittato per concedere una delle sue rare interviste al webmagazine americano Deadline, in cui si è parlato tanto del film, ma anche di fumetti e cinecomics. Ovviamente in termini per nulla accomondanti.

    «Non sono più interessato ai fumetti, non voglio più averci a che fare» ha messo in chiaro fin da subito lo sceneggiatore di Watchmen e V for Vendetta. «Facevo fumetti da circa 40 anni, quando mi sono ritirato. Quando entrai nel settore, la grande attrattiva stava nel fatto che si trattava di un mezzo di comunicazione rozzo, creato per intrattenere la gente della classe operaia, in particolare i bambini. Il modo in cui il settore è cambiato, ora ci sono i “graphic novel”, che hanno prezzi da pubblico borghese. Non ho nulla contro la borghesia, ma il fumetto non è stato pensato per hobbisti di mezz’età. È stato pensato per persone che non hanno molti soldi.»

    Note

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