Abitare il vortice – come le città hanno perduto il senso e come fare per ritrovarlo, il nuovo libro di Bertram Niessen sarà presentato da NOI libreria spazio culturale di vicinato, a Milano, il 9 febbraio alle ore 19.

Nella sua nuova pubblicazione, edita da UTET, Bertram Niessen alterna sapientemente lo sguardo freddo del sociologo, il piglio dell’agitatore culturale e l’attitudine pragmatica di chi da anni lavora come esperto accompagnatore di trasformazioni urbane. Focus di questo suo ultimo lavoro è l’effetto che la pandemia ha avuto nella nostra percezione di vivere la città dopo che il lockdown e lo smartworking ci hanno abituato a rimanere confinati tra le mura domestiche.

Fino all’inizio del 2020 la nostra idea di futuro era dominata dalle città, questi labirinti di grattacieli sfavillanti e strade trafficate, allo stesso tempo termitai di lavoratori e Disneyland per turisti low-cost. La mutazione era avvenuta nel corso dei secoli, accelerando negli ultimi decenni: lo spazio urbano era ormai il baricentro economico dei territori, il polo magnetico della produzione e della creatività, la fucina delle tendenze. Di anno in anno, i piccoli comuni si svuotavano e le città medie e grandi crescevano a dismisura.

Il Covid, e soprattutto il lockdown, sono arrivati come uno shock, beffandosi proprio di chi stava vivendo il grande sogno futuribile della città e si è ritrovato a pagare affitti stellari per starsene murato in monolocali claustrofobici, mentre gli amici in provincia salutavano via Zoom dalle loro belle e quiete case con giardino, o magari vista mare.

Ogni certezza urbanistica e sociologica, di colpo, è crollata, mentre lo smartworking diventava pian piano la norma e il dogma della concentrazione urbana si rivelava un’idea vecchia, da ripensare completamente per arginare l’improvvisa fuga dalla città. Ma ora, più di due anni dopo: lo abbiamo fatto davvero? Le città stanno ritrovando il senso perduto nel trauma della pandemia?

Dialogano con l’autore, Marianna D’Ovidio, professoressa associata in sociologia dell’ambiente e del territorio al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’università di Milano-Bicocca, e Antonio Sgobba, giornalista Rai. L’incontro sarà un’occasione per approfondire insieme alcuni temi che toccano la vita quotidiana di tutti, immersi in una dimensione che alterna il desiderio di città e campagna, e riflettere insieme su come costruire le nostre future esistenze.

 

Giovedì 9 febbrario

Abitare il vortice: la presentazione del libro di Bertram Niessen a Milano

Abitare il vortice – come le città hanno perduto il senso e come fare per ritrovarlo, il nuovo libro di Bertram Niessen sarà presentato da NOI libreria spazio culturale di vicinato, a Milano, il 9 febbraio alle ore 19.

Nella sua nuova pubblicazione, edita da UTET, Bertram Niessen alterna sapientemente lo sguardo freddo del sociologo, il piglio dell’agitatore culturale e l’attitudine pragmatica di chi da anni lavora come esperto accompagnatore di trasformazioni urbane. Focus di questo suo ultimo lavoro è l’effetto che la pandemia ha avuto nella nostra percezione di vivere la città dopo che il lockdown e lo smartworking ci hanno abituato a rimanere confinati tra le mura domestiche.

Fino all’inizio del 2020 la nostra idea di futuro era dominata dalle città, questi labirinti di grattacieli sfavillanti e strade trafficate, allo stesso tempo termitai di lavoratori e Disneyland per turisti low-cost. La mutazione era avvenuta nel corso dei secoli, accelerando negli ultimi decenni: lo spazio urbano era ormai il baricentro economico dei territori, il polo magnetico della produzione e della creatività, la fucina delle tendenze. Di anno in anno, i piccoli comuni si svuotavano e le città medie e grandi crescevano a dismisura.

Il Covid, e soprattutto il lockdown, sono arrivati come uno shock, beffandosi proprio di chi stava vivendo il grande sogno futuribile della città e si è ritrovato a pagare affitti stellari per starsene murato in monolocali claustrofobici, mentre gli amici in provincia salutavano via Zoom dalle loro belle e quiete case con giardino, o magari vista mare.

Ogni certezza urbanistica e sociologica, di colpo, è crollata, mentre lo smartworking diventava pian piano la norma e il dogma della concentrazione urbana si rivelava un’idea vecchia, da ripensare completamente per arginare l’improvvisa fuga dalla città. Ma ora, più di due anni dopo: lo abbiamo fatto davvero? Le città stanno ritrovando il senso perduto nel trauma della pandemia?

Dialogano con l’autore, Marianna D’Ovidio, professoressa associata in sociologia dell’ambiente e del territorio al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’università di Milano-Bicocca, e Antonio Sgobba, giornalista Rai. L’incontro sarà un’occasione per approfondire insieme alcuni temi che toccano la vita quotidiana di tutti, immersi in una dimensione che alterna il desiderio di città e campagna, e riflettere insieme su come costruire le nostre future esistenze.

 

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