Storia dell’Asilo: la cultura che resiste a Napoli

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    Con queste parole (affisse a una delle porte d’ingresso), sono stata accolta e introdotta nella storia dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli. In città lo chiamano l’Asilo, e sarà con questa semplicità che lo chiameremo anche noi: un luogo essenziale, vitale, diventato nel tempo uno dei centri della cultura e della vita sociale napoletana. Un luogo che avevo già incrociato di sfuggita, quando una decina di giovani si ritrovarono proprio qui, presso l’Asilo, per ricordare Emon Haze, lo stesso giorno in cui venne pubblicato e presentato postumo il suo primo album, L’Anima della Strada.

    Parte del complesso cinquecentesco di San Gregorio Armeno nel cuore antico della città, dopo il terremoto del 1980 l’Asilo fu abbandonato del tutto. Fino al 2012, quando l’edificio venne occupato da un collettivo di operatori dello spettacolo e della cultura in segno di protesta contro il restauro e nuovo abbandono dei locali che avrebbero dovuto ospitare la sede del Forum delle Culture 2014, mai partito.

    Riconosciuto ufficialmente dal Comune di Napoli, dichiarato “luogo di cultura” senza scopo di lucro e come tale restituito alla comunità, dal 2 marzo 2012 l’Asilo è un luogo aperto, di condivisione, di solidarietà, di arte libera e accessibile a tutti e a tutte. Dove la fruizione degli spazi e la programmazione degli eventi avvengono in maniera partecipata e trasparente, ovvero attraverso un’assemblea pubblica di gestione che tende a favorire l’incontro e lo scambio tra gli artisti e chi frequenta e tiene in vita questo luogo.

    Note

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