Ascolta il podcast di Sara Gainsforth e Giacomo Maria Salerno sulle pratiche di resistenza nella città turistica

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    Il turismo, uno dei settori portanti dell’economia contemporanea, è l’industria che più di ogni altra — con l’interruzione dei flussi e degli spostamenti su scala globale — ha risentito dell’attuale pandemia da Covid-19. Le nostre città si sono scoperte improvvisamente vuote, dopo che negli ultimi anni sempre più case sono finite sul mercato degli affitti brevi e il commercio si è specializzato nell’offerta di servizi per turisti. Città-palcoscenico, centri storici museificati, sottratti ai loro abitanti e immolati all’altare della “valorizzazione”, sono alcuni dei costi di un modello economico estrattivo totalmente dipendente dalla domanda estera. Il turismo, insomma, è ben più di un’innocua pratica di massa. È un modello di sviluppo e un’ideologia, una forma contemporanea di “colonialismo interno” a cui abitanti e associazioni in molte città del mondo resistono con crescente intensità.

    “Gaia” è una rassegna a cura di Ilaria Mancia.

    Note

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