«Le case a un euro? Non ne abbiamo vendute a quella cifra, era più che altro una trovata pubblicitaria…».
Ride, il sindaco di Biccari Gianfilippo Mignogna, mentre racconta una delle strategie di rivitalizzazione del suo paese, un piccolo comune di 2.700 abitanti circa sui Monti Dauni, in Puglia.
Una volta superata la piana del Tavoliere, si arriva su queste montagne per una strada che taglia colline verdissime, coltivate a grano e punteggiate da ulivi e pale eoliche. Dietro un filare di cipressi, spunta il cimitero di Biccari. Sul lato opposto della provinciale, un’azienda che produce farine, cereali e olio. Accanto, gli edifici di una fabbrica ormai chiusa, che aveva dato lavoro a 120 persone.
L’area interna dei Monti Dauni, al confine con Campania e Molise, è legata soprattutto all’agricoltura tradizionale, fatica a elaborare nuove strategie di sviluppo e ha una popolazione sempre più anziana, che si è ridotta del 35 per cento dagli anni Settanta a oggi.
A Biccari, invece, da qualche anno, gli abitanti sono aumentati.
Dopo il cimitero, sono le case più nuove a segnare l’inizio del paese. Da qui la strada si avvita e sale su nel centro storico. Percorrendola, si osservano molte abitazioni abbandonate.
«I proprietari sono sparsi in giro per il mondo, hanno ereditato la casa dai nonni ma non hanno una connessione emotiva con il paese. Faticano a gestire queste case che sono diventate un peso e generano degrado», spiega Mignogna, eletto sindaco nel 2009 con una lista civica.
Immagine di copertina di Sara Darcaj su Unsplash