CivicWise è un network internazionale, aperto e distribuito, che sostiene l’impegno dei cittadini con azioni concrete e progetti basati sull’intelligenza collettiva, l’innovazione civica e l’open design nel campo del territory making, dell’urbanistica collaborativa e dell’architettura dei commons.
Daniele Bucci risponde alle 15 domande di cheFare per la rubrica I nuovi modi di fare cultura.
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Perché CivicWise si chiama così?
Civic esprime l’apertura della rete a ogni cittadino, inteso come parte integrante delle comunità locali, a prescindere dallo status giuridico di cittadinanza.
Wise rimanda al concetto di intelligenza collettiva, ai processi collaborativi che queste comunità possono attivare attraverso lo scambio e la progettazione.
Quando è nata?
Nel 2015
Dove?
A Londra
Perché?
Per creare uno spazio fisico e digitale di confronto sul design civico: quell’approccio progettuale che considera le relazioni umane e la progettazione partecipata elementi necessari per lo sviluppo di territori vitali e resilienti.
Che fate?
Facilitiamo la collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la progettazione territoriale.
Lavoriamo sullo sviluppo di pratiche e teorie e impariamo dallo scambio continuo che si innesca tra le realtà locali che fanno parte di CivicWise e la dimensione globale di questa rete aperta e distribuita.
Organizziamo percorsi formativi attraverso il civic design course, corso sul di design civico a cui tutti possono partecipare dal vivo collegandosi via internet e a cui danno il loro contribuo ospiti ospiti internazionali
La cosa più importante che avete fatto
La cosa più importante è proprio aver generato la rete di CivicWise.
Perché?
La rete di CivicWise è un sistema complesso in costante sperimentazione. Il suo stato di beta permanente e di apertura consente a molte persone di imparare per prove ed errori, e genera un bene comune distribuito.
Qual è il suo elemento più innovativo?
Fare leva su persone e relazioni, su contenuti teorici e pratici preesistenti ricontestualizzati di volta in volta.
Cosa c’entra la cultura con questa esperienza?
Scienza delle reti applicata, cibernetica, approccio sistemico, architettura, urbanistica, design, progettazione sociale e culturale, sociologia, politica e filosofia. In CivicWise c’è tutto questo.
Quali sono le sue ricadute sociali?
La creazione di relazioni e legami (forti e deboli) tra persone che condividono valori simili in territori distanti.
Con CivicWise si mangia?
No
Come fate a stare in piedi?
Limitiamo al massimo le strutture economiche centralizzate, decentralizziamo le funzioni della rete e rendiamo i team indipendenti dal punto di vista decisionale. CivicWise vuole essere una piattaforma abilitante di persone, un organismo di sostegno per le realtà simili che lavorano per generare nuovo valore nei territori. Esiste grazie all’impegno collettivo di singoli che continuano ad alimentarla anche in maniera volontaria.
Qual è l’ostacolo più grande da superare?
Gli ostacoli sono molteplici ma spesso riconducibili al modo in cui noi -esseri umani immersi in un sistema capitalista – ci relazioniamo con i concetti di potere, possesso e condivisione.
CivicWise ha un grande potenziale di redistribuzione di sapere, potere e opportunità, ma per tradurlo in atto sono necessari il coinvolgimento, l’allineamento e il senso di appartenenza delle persone che ne fanno parte. Spesso non siamo abituati a investire tempo ed energie in contesti in cui la sfera economica non è quella prioritaria, a impegnarci per andare oltre i nostri interessi soggettivi nel breve termine e ad accettare che certi traguardi si possono raggiungere solamente abbracciando un pensiero transnazionale capace di tener conto delle peculiarità dei territori in cui nasce. L’ostacolo più grande è proprio la difficoltà di mettersi in discussione a livello personale e culturale.
Fate parte di un network più grande di voi?
La multiappartenenza è uno dei valori di base che accomuna tutti i membri della rete: CivicWise è composta da tante persone, che a loro volta fanno parte di tante organizzazioni.
Ogni singolo mantiene la propria unicità in base alle proprie competenze e conoscenze, al territorio di provenienza e al grado di impegno nella community.
Nella rete convivono allo stesso livello l’allineamento con i valori condivisi e la soggettività dell’individuo.
Cosa avete intenzione di fare per un futuro migliore?
Continuare a sperimentare conformazioni sociali differenti da quelle che attualmente diamo per scontate. Ibridare metodologie e strumenti fisici e digitali per migliorare la qualità del confronto fra esseri umani e trovare soluzioni appropriate alle sfide globali che ci aspettano.
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