Il ruolo della filantropia di fronte alla crisi del Terzo settore

Scarica come pdf

Scarica l'articolo in PDF.

Per scaricare l’articolo in PDF bisogna essere iscritti alla newsletter di cheFare, completando il campo qui sotto l’iscrizione è automatica.

Inserisci i dati richiesti anche se sei già iscritto e usa un indirizzo email corretto e funzionante: ti manderemo una mail con il link per scaricare il PDF.


    Se inserisci il tuo indirizzo mail riceverai la nostra newsletter.

    image_pdfimage_print

    Se provassimo ad osservare gli ultimi due anni, probabilmente potremmo provare a confutare la “teoria dei cigni neri” per la quale eventi inaspettati, con impatti devastanti sull’economia e la società, si manifestano con estrema rarità. Chi avrebbe immaginato, in primo luogo, l’emersione della pandemia COVID19, che per oltre due anni, ha tragicamente introdotto una radicale discontinuità nella socialità e nei modelli di creazione del valore. E chi avrebbe potuto prevedere lo scoppio della guerra in Ucraina, con la crisi umanitaria, l’aumento del costo dell’energia e, di conseguenza, la ripresa della dinamica inflazionistica, con un vigore tale che non si verificava da almeno due decenni nelle economie avanzate. L’improvvisa frenata del PIL è lì a mostrare che ci apprestiamo ad affrontare una nuova e inattesa sfida, con scenari globali che si spingono a prefigurare l’uso di armi nucleari.I cigni neri – rara avis in terris, nigroque simillima cycno scriveva appunto Giovenale – non solo non sono così rari, ma possono arrivare l’uno a breve distanza dall’altro.

    In questo quadro di crescente complessità, quali saranno gli impatti sui bisogni sociali e sulle organizzazioni della società civile? Verosimilmente, possiamo supporre che la spinta inflazionistica andrà a incidere sul costo della vita, acuendo la condizione di fragilità di nuclei familiari a basso reddito, già esposti al rischio povertà. In un contesto come quello italiano, profondamente segnato da un lungo ciclo di bassa crescita economica e insufficienti politiche redistributive, la crisi avrà effetti drammatici. Al crescere, quindi, della domanda sociale, dovremmo auspicare una solida risposta da parte delle organizzazioni del Terzo Settore. Eppure, molte di queste, già affaticate dalla contrazione della spesa pubblica, hanno compiuto una difficile traversata nel deserto durante la pandemia. Pensiamo, in tal senso, alle organizzazioni che gestiscono strutture per l’accoglienza, case famiglia, RSA, RSD; la crescita del costo dell’energia avrà effetti inevitabili sui modelli di sostenibilità finanziaria e, quindi, sulla capacità di intervenire con efficacia sull’articolazione dei bisogni o anche organizzazioni di cooperazione internazionale che stanno affrontando un enorme aumento dei costi di viaggio.

    Continua a leggere l’articolo di Tiziano Blasi e Federico Mento

    Note

    Clicca qui per leggere l’articolo completo