Guarda le conferenze de laGuida, il nostro programma nazionale per nuovi centri culturali

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    Nel corso degli ultimi mesi con cheFare, abbiamo posto al centro del nostro lavoro lo sviluppo de laGuida, il nostro programma nazionale per nuovi centri culturali. Nel farlo, abbiamo costruito momenti di incontro, dibattito e formazione attraverso i quali abbiamo creato un archivio di conferenze e interventi di altissimo valore per la creazione di nuove politiche culturali in Italia.

    Per restituire questo patrimonio, abbiamo voluto raccogliere in questo articolo questi interventi – così da facilitarne la consultazione.

    Molto Presto, prospettive d’azione per nuovi centri culturali, a Triennale Milano.

    Molto Presto, prospettive d’azione dei nuovi centri culturali

    Questo percorso, è iniziato con Molto Presto, una 2 giorni di conferenze sulle prospettive d’azione dei nuovi centri culturali che si è tenuta nell’ottobre del 2019 negli spazi di Triennale Milano.

    I nuovi centri culturali come esperimenti di ribellione quotidiana, con Ezio Manzini

    I nuovi centri culturali richiedono elementi di rapidità e praticità per poter essere innescati. Questi stessi elementi tornano in altri contesti di ribellione costruttiva: ultimo quello di Greta Thunberg — un movimento globale che ci dimostra come è stato possibile spingerci fuori dalla nostra comfort zone.

    Una conversazione insieme a Ezio Manzini per discutere di quattro linee di sperimentazione per mettere alla prova le pratiche di ribellione quotidiana: i nuovi centri culturali come acceleratori, come community hub, come comunità di luogo e come agenti nella e della complessità. Può esistere un movimento dei nuovi centri culturali?

    XX(I)° secolo: nuovi centri culturali e industrie culturali, con Guido Casali (Il Cinemino), Rodrigo D’Erasmo, Gianluca Segale e Francesca Risi (Germi – luogo di contaminazione), Marta Inversini (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Laboratorio Formentini), Andrea Minetto (Comune di Milano) e Oliviero Ponte Di Pino (ateatro)

    I nuovi centri culturali crescono accanto ai settori che da sempre costituiscono la vita culturale dei territori, come la musica, il cinema, il teatro, l’editoria. Come si sviluppano i rapporti tra questi mondi? Quali sono le opportunità di crescita culturale e professionale?

    Una tavola rotonda con figure, che attivando connessioni e contrabbandando competenze, operano al confine tra i due mondi.

    Oltre l’ecosistema: terapia di gruppo per Milano e i nuovi centri culturali, con Costantino Bongiorno (WeMake), Andrea Capaldi (Mare culturale urbano), Filippo Cecconi (Santeria Toscana 31), Danilo Dajelli (Gogol & Company), Agata de Laurentiis (Il Cinemino), Valentina La Terza (BASE Milano), Marco Minoja (Comune di Milano – Cultura) e Francesco Purpura (Rob de Matt)

    Milano sta cercando di trovare una nuova posizione nelle geografie culturali europee: da città della moda e del design a città della cultura a 360°. Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti, ma sono molti i progressi ancora da compiere: tra questi, lo sviluppo della piena consapevolezza dell’esistenza di una rete di nuovi luoghi nei quali decine di migliaia di persone sperimentano con l’arte, la cultura e la partecipazione.

    Una discussione con nuovi centri culturali e istituzioni per capire insieme cosa serve e chi può fare cosa.

    Simboli, relazioni, estetiche, ambienti: la curatela dei nuovi centri culturali, con Filippo Andreatta e Virginia Sommadossi (Centrale FIES art work space), Martina Angelotti (Careof), Gregorio De Luca Comandini (NONE collective), Manuella Gama Malcher e GianMaria Di Pasquale (Saturnalia, Macao)

    Gli spazi dei nuovi centri culturali si trasformano in luoghi grazie alle esperienze che li animano. Parlare di curatela non è un’opzione, ma una necessità.

    Una tavola rotonda con chi, in luoghi e modi diversi, sta alzando la posta in gioco nella ricerca e nella proposta dei contenuti.

    Letture collaborative: ‘Dove. La dimensione di luogo che ricompone impresa e società’ (Egea) di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai, con Flaviano Zandonai (Euricse) e Marianna D’Ovidio (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

    “Una delle conseguenze della globalizzazione – solo in apparenza paradossale – è quella di aver fatto risorgere l’importanza della dimensione territoriale e comunitaria: oggi sono i territori, i quartieri e le periferie, i luoghi privilegiati dove si sperimentano le innovazioni sociali da cui provengono gli impulsi più significativi allo sviluppo e al benessere.”

    Una conversazione aperta sulla rigenerazione del locale e sulle contraddizioni che questo ritorno sta facendo emergere a partire da una lettura fondamentale sul tema.


    Dopo Molto Presto, grazie al supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione Unipolis, abbiamo continuato con laCall to Action, la mappatura nazionale dei nuovi centri culturali che abbiamo lanciato nel febbraio del 2020. Grazie a questa mappatura, oltre 900 realtà culturali in più di 110 province in tutta Italia si sono riconosciute come nuovi centri culturali.

    Nel frattempo, grazie alla vittoria del bando Per Chi Crea di SIAE e al supporto del Ministero della Cultura, abbiamo lanciato Bagliore, il nostro programma di residenze artistiche nei nuovi centri culturali per scrittrici e scrittori under 35 che ha prodotto un volume pubblicato in libreria nel settembre del 2020.

    BAGLIORE, la nostra biografia dei nuovi centri culturali pubblicata insieme a Il Saggiatore.

    Bagliore, residenze artistiche per una nuova biografia culturale dell’Italia

    Tutte le storie di Bagliore: la presentazione della nostra biografia dei nuovi centri culturali in Italia, con Federica Andreoni, Pierluigi Bizzini, Marco De Vidi, Giulia Gregnanin, Alessandro Monaci, Matteo Trevisani e Bertram Niessen

    Dai Bagni Pubblici di Via Agliè di Torino, passando per Cre.Zi Plus a Palermo e l’ex stabilimento enologico di ExFadda a San Vito dei Normanni — poi l’Ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, le Officine Culturali di Catania e Pollinaria a Civitella Casanova. Nel corso dell’ultimo anno, 6 autrici e autori hanno attraversato e vissuto la realtà di questi 6 nuovi centri culturali disseminati in tutta Italia esplorando dei luoghi che, qui di cheFare, crediamo essere alcuni dei nuovi punti di riferimento per la cultura contemporanea in Italia.

    Questo viaggio è stato possibile grazie a BAGLIORE, una stagione di residenze artistiche che abbiamo realizzato in collaborazione con la storica casa editrice Il Saggiatore e nell’ambito del programma ‘Per Chi Crea’ e con il supporto del MiBACT e di SIAE — il risultato di questo percorso è un libro, BAGLIORE: una raccolta di 6 racconti realizzati durante le settimane di permanenza all’interno dei nuovi centri culturali e firmati da Federica Andreoni, Pierluigi Bizzini, Marco De Vidi, Giulia Gregnanin, Alessandro Monaci e Matteo Trevisani.

    A cosa serve un nuovo centro culturale durante una pandemia? con Serena Defilippo (Spazio13, Bari), Ginevra Errico (ExFadda, San Vito dei Normanni), Erika Mattarella (Bagni Pubblici di via Agliè, Torino) e Maria Pia Valentini (Ex Asilo Filangeri, Napoli), Marilù Manta (Project Manager, cheFare) e Federico Nejrotti (Responsabile della Comunicazione, cheFare) e con la moderazione di Fabio Caccuri (La Scuola Open Source, Con.divisione. Fòcare)

    Insieme a Serena Defilippo (Spazio13, Bari), Ginevra Errico (ExFadda, San Vito dei Normanni), Erika Mattarella (Bagni Pubblici di via Agliè, Torino) e Maria Pia Valentini (Ex Asilo Filangeri, Napoli), discuteremo del ruolo dei nuovi centri culturali durante la pandemia di Coronavirus partendo da BAGLIORE, la biografia dei nuovi centri culturali pubblicata da cheFare insieme a Il Saggiatore.

    Presentazione realizzata in collaborazione con La Scuola Open Source. Intervengono Marilù Manta (Project Manager, cheFare) e Federico Nejrotti (Responsabile della Comunicazione, cheFare). Modera Fabio Caccuri (La Scuola Open Source, Con.divisione. Fòcare).


    Fatta la mappatura e concluse le residenze, abbiamo costruito la prima tappa territoriale de laGuida, che ha coinvolto i nuovi centri culturali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con cui abbiamo trattato, nel cuore della pandemia di Coronavirus, il tema della Partecipazione.

    La prima parte, chiamata ilCamp, si è svolta nel giugno del 2020 in 5 giornate di tavoli di lavoro, talk e momenti di formazione con 90 partecipanti e oltre 500 iscrizioni agli eventi pubblici. La seconda parte, laPiazza, che abbiamo realizzato negli spazi del Polo del ‘900 di Torino nell’ottobre del 2020 ha coinvolto 550 persone online ed offline.

    Bertram Niessen, direttore scientifico di cheFare, durante laPiazza al Polo del ‘900 di Torino.

    ilCamp: formazioni, workshop e tavole rotonde durante laGuida

    La Partecipazione e il design: come si genera il cambiamento? con Stefano Maffei, professore ordinario presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano

    La Partecipazione è il collante che unisce azione politica e azione progettuale. Quando la Partecipazione incontra il design e si applica all’innovazione pubblica si trasforma in servizi, progetti di transizione, nuovi processi di governance, policy. Diventa da esclusivamente politica a progettuale. E sempre più si allontana dalla dimensione astratta per assumere la forma prototipale. Come se fosse ricerca-azione.

    Forme della collaborazione tra arte, attivismo e tecnologia, con Tatiana Bazzichelli, direttrice artistica e fondatrice del Disruption Network Lab

    Cultura digitale, hacking e attivismo artistico e politico sono parte delle pratiche di rete su cui si basa il lavoro di Tatiana Bazzichelli sin dagli anni Novanta.

    Il lavoro di Bazzichelli si basa su pratiche di disruption e perturbazione che lavorano su un duplice piano contraddittorio: la critica del mercato e la sua reinvenzione. Il nostro compito come operatori culturali, curatori ed esperti di tecnologia è creare consapevolezza – capire come funziona il mercato culturale e tecnologico e adattarlo alle nostre esigenze, cercando di ispirare nuovi immaginari e pratiche critiche.

    Per Bazzichelli si deve studiare dall’interno i limiti delle istituzioni culturali, per comprendere i problemi strutturali intrinsechi alla costruzione di reti nel territorio – che invece si basano sulla creazione di processi comunitari e di mutual trust. Il seminario pubblico presenterà metodi e idee per generare cambiamento a livello culturale e politico partendo dalla costruzione interdisciplinare di reti, comunità e processi culturali aperti.

    Lezioni sulla Partecipazione dalle Aree Interne, con Filippo Tantillo, ricercatore INAPP, già coordinatore scientifico della Strategia Nazionale Aree Interne

    Ai margini geografici del nostro paese, lontano dal frastuono delle metropoli, si stanno esplorando nuovi modi di fare Partecipazione, da cui anche le città possono apprendere molto. A cosa servono le reti di prossimità? Come nascono e perché, qualche volta funzionano? Di quali energie si nutrono?

    Uno sguardo pragmatico sulla passione per il cambiamento che anima le reti sui territori, sul come costruire obiettivi condivisi e identificare le priorità, su quali siano i percorsi praticabili perché la Partecipazione possa trasformarsi in coinvolgimento strategico dei cittadini nelle scelte. E su quali politiche vale la pena impegnarsi.

    laPiazza: conoscere nuovi stakeholder insieme ai nuovi centri culturali durante laGuida

    Mappa dei finanziamenti ai nuovi centri culturali in tempi di Coronavirus, con Marco Minoja, Direttore Direzione Cultura del Comune di Milano – Sandra Aloia, Responsabile Missione Favorire Partecipazione Attiva della Fondazione Compagnia di San Paolo – Roberta Franceschinelli, Responsabile Area Cultura della Fondazione Unipolis / culturability

    Un seminario per scoprire come policy maker ed enti erogatori stanno trasformando il loro modo di supportare i nuovi centri culturali.

    L’incontro sarà trasmesso dagli spazi de lo ZAC Zone Attive di Cittadinanza! di Ivrea in diretta streaming sulla pagina Facebook di cheFare. Da alcuni anni – con obiettivi, metodi e lenti interpretative diverse – policy maker ed erogatori in Italia sostengono in modi diversi i nuovi centri culturali e i presidi civici.

    Per alcuni il sostegno si è inserito all’interno di disegni più ampi legati all’innovazione sociale, culturale e civica. Per altri, è stato un’estensione di politiche territoriali legate alle Industrie Culturali e Creative o al terzo settore culturale. Per altri ancora, infine, si è trattato di un focus specifico di ricerca e sviluppo. In tutti i casi, l’emergenza del Coronavirus ha impresso drastiche accelerazioni e trasformazioni nelle politiche dedicate.

    Da un lato, perché i nuovi centri culturali e i presidi civici sono spesso particolarmente fragili dal punto di vista della sostenibilità economica e le misure di distanziamento, precauzione e sanificazione imposte dal virus rischiano di stroncare troppo iniziative.

    Dall’altro, perché il ripensamento della cultura e della coesione sociale in ottica territoriale e di prossimità sembra identificare nei nuovi centri culturali e nei presidi civici degli interlocutori ideali. Quindi, che fare?

    Costruire le politiche per i nuovi centri culturali in Italia, con Davide Agazzi, esperto di politiche di sviluppo locale e membro del consiglio direttivo di Actionaid, Annalisa Gramigna, Project Manager di Fondazione IFEL, Elena Ostanel, Marie Sklodowska-Curie Fellow, Università Iuav di Venezia e Claudio Paolucci, semiologo e Professore Associato dell’Università degli Studi di Bologna

    Un incontro per mettere in contatto nuovi centri culturali e presidi civici con i decisori, gli erogatori e i corpi intermedi di riferimento. La conferenza sarà trasmessa dagli spazi del Polo del ‘900 di Torino in diretta streaming sulla pagina Facebook di cheFare.

    Vengono chiamati con molti nomi: spazi culturali di comunità, case del quartiere, community hub, spazi spazi rigenerati a base culturale. Qualunque sia la scelta, è ormai chiaro che i nuovi centri culturali e i presidi civici sono una realtà diffusa capillarmente in tutta Italia, al Sud come al Nord, nelle grandi città come nelle aree rurali e montane. Le loro fortune dipendono da molti fattori (culturali, economici, sociali) ma sicuramente il rapporto con i decisori, gli erogatori e i corpi intermedi è cruciale.

    Se è giusto considerare ogni spazio come una storia a sé, è anche fondamentale iniziare a pensarlo come parte di uno scenario più ampio e complesso che riguarda tutto il paese ed un numero potenzialmente enorme di cittadini. L’oggetto, quindi, di politiche culturali specifiche.


    Questo articolo fa parte de laGuida nel Contemporaneo, il progetto di cheFare che mette a confronto i diversi mondi della cultura, ascoltandone i bisogni e scambiando conoscenze. Vogliamo mettere in dialogo la cultura emergente con le realtà e le istituzioni più consolidate.

    Lo facciamo con Fondazione Cariplo, impegnata nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e della cultura, dell’ambiente, dei servizi alla persona e della ricerca scientifica.

    Note