“Aho, facce ride” (pronunciato con piglio romano)
Ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, spiegando agli italiani il nuovo decreto, ha pronunciato la frase “Per i nostri artisti che ci fanno divertire…”.
Ora: non è facile dire cosa sia l’arte.
Non c’è una risposta singola, perché le persone sono tutte differenti, con diversi punti di vista, diversi obiettivi, diverse culture e desideri.
La “gente” potrebbe non trovare accordo su frasi semplici come “una sedia è…”, completandola. Figuriamoci quando potrebbero convergere su una singola definizione di cos’è l’arte.
Dobbiamo imparare che alcune cose nel mondo non hanno una singola risposta, non possono essere ridotte, perché vivono nella complessità della realtà e della società.
Ma finché le persone si assumono la responsabilità delle proprie parole e delle loro conseguenze e implicazioni, chi siamo noi per giudicare?
Questo è proprio il caso delle parole di del nostro Presidente del Consiglio di ieri sera. Gli artisti che ci fanno divertire.
Perché si tratta di una affermazione complessa, e il problema qui è che questa persona, alla guida di una intera nazione, non ha la cultura per capire le implicazioni della frase che ha pronunciato, ma neanche il suo infinito potenziale!
Perché il ridere, il divertirsi, ha un potenziale infinito, e questo fatto è riconosciuto dalla scienza, da millenni di filosofia, dalla psicologia, dalla medicina, e potremmo continuare.
Ridere può evitare suicidi; far stare meglio le persone; sviluppare i muscoli addominali; migliorare le relazioni tra le persone; diminuire lo stress psico-chimico nel nostro corpo; aiutare a creare le condizioni psico-chimiche per facilitare il successo delle terapie anti-cancro; facilitare il dialogo tra le persone di diverse culture, religioni, convinzioni, classi sociali. Eccetera, eccetera, eccetera. Come dimostrato nella scienza e nella cultura.
Ma evidentemente questo primo ministro non ha la cultura, l’istruzione, la curiosità e l’ambiente sociale e relazionale che gli abbiano permesso di formarsi in modo da potersi prendere piena responsabilità di una affermazione così complessa, e carica di così tanto potenziale.
Questa breve frase potrebbe essere stato l’avvio di interi movimenti culturali volti al maggior benessere dell’essere umano.
E invece è solo una frase gettata là, per risultare simpatico, familiare e popolare.
Il nostro Presidente del Consiglio deve aver avuto una vita con poco significato, e ce ne dovremmo tutti dispiacere e preoccupare, e forse lo dovremmo anche aiutare. Perché ha detto una cosa con un potenziale enorme e non se ne è neanche accorto, al punto che non se ne può assumere la responsabilità. Il che, purtroppo, è una cosa gravissima per una persona a capo di una nazione.
Ecco. Forse proprio noi artisti possiamo aiutarlo. Con delle risate. Forse dobbiamo farlo divertire e ridere un po’, così che possa stare meglio e che possa trovare l’energia che gli serve per migliorare un processo di rigenerazione (innanzitutto della sua cultura), in modo che finalmente possa imparare come assumersi la responsabilità delle proprie parole.
Per questo, alla prossima diretta di “Fase25, il Governo Necessario” (https://www.facebook.com/HumanEcosystems/videos/176990943573980/) mi vestirò da Ananas, sperando che gli faccia piacere, e che stia meglio.
Invito tutti i miei amici artisti a fare lo stesso! Raccontate una barzelletta al nostro Presidente del Consiglio! Indossate un costume buffo! Fate una danza divertente! Disegnategli una cosa che lo faccia ridere!
Aiutiamolo a stare meglio, a levarsi un po’ di stress di dosso, così che possa finalmente capire il potere dell’Arte, e il suo ruolo nella società.