Questo articolo è stato originariamente pubblicato su FrizziFrizzi.
Sono in contatto via Twitter con Richard Baird da più di un anno, ormai. Più o meno dall’uscita del primo numero speciale di LogoArchive, la fanzine che il designer e giornalista britannico ha fondato nel 2018 come prolungamento fisico dell’omonimo account Instagram (@LogoArchive), seguito da oltre 160.000 persone e diventato in pochi anni un importante punto di riferimento per la comunità internazionale di progettisti grafici, grazie a un’instancabile ricerca storico-estetica sui logotipi di scuola modernista, che Baird recupera da pubblicazioni d’epoca e poi digitalizza, pubblicandoli online in un ormai riconoscibilissimo bianco su nero.
Sull’onda dell’ottimo successo delle fanzine, che solitamente vanno esaurite dopo poche settimane dall’uscita, negli ultimi mesi l’intero progetto ha subito una forte accelerata: prima il lancio di una sezione del negozio online dedicata a riviste e libri vintage, selezionati tra quelli della collezione personale di Baird, e in seguito la nascita di un vero e proprio “programma internazionale”, battezzato LogoArchive.International.