Dove si posiziona e come si presenta oggi l’istituzione biblioteca?

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    7.459 è il numero di biblioteche in Italia. Il dato è recente ed emerge dall’importante ricognizione pubblicata dall’ISTAT nel 2021 con dati relativi per la maggior parte all’Annus horribilis 2020. Le biblioteche, dunque, sono tante: più dei musei, dei siti archeologici e dei monumenti, che arrivano complessivamente a 4.265. Con una presenza apparentemente così capillare e massiccia (che nel 6% dei comuni italiani è l’unico spazio culturale disponibile),

    7.459 è il numero di biblioteche in Italia. Il dato è recente ed emerge dall’importante ricognizione pubblicata dall’ISTAT nel 2021 con dati relativi per la maggior parte all’Annus horribilis 2020. Le biblioteche, dunque, sono tante: più dei musei, dei siti archeologici e dei monumenti, che arrivano complessivamente a 4.265. Con una presenza apparentemente così capillare e massiccia (che nel 6% dei comuni italiani è l’unico spazio culturale disponibile), dove si posiziona e come si presenta oggi l’istituzione biblioteca?

    Chiara Faggiolani, autrice de Le biblioteche nel sistema del benessere (e di diverse altre pubblicazioni sul mondo delle biblioteche e della biblioteconomia), va oltre la singola risposta proponendo una panoramica di possibilità, offrendo uno strumento agile e multifunzione che segue la logica del coltellino svizzero – tascabile, affidabile, concreto – che sta alla base della collana Geografie Culturali. Contributi esperti e voci interdisciplinari restituiscono attraverso i dati una fotografia delle biblioteche, svelandone un volto ben diverso rispetto all’immagine stereotipata e novecentesca che se ne ha. Una raccolta di scritti senza pregiudizi, che garantisce spunti interessanti a chi frequenta i temi della partecipazione culturale, della valorizzazione del patrimonio, dell’educazione, avvicina chi si sta approcciando alla disciplina, accoglie il lettore esperto. Gli 11 saggi, elaborati da sensibilità diverse, si inseriscono nella cornice fornita dall’autrice, aprendo una panoramica delle linee di ricerca che ne caratterizzano il percorso. La biblioteconomia sociale è dunque la chiave, la lente attraverso la quale guardare questi luoghi della cultura e ritrovarli vicini a noi, senza paura.

    Una disciplina relativamente nuova la biblioteconomia sociale, che risponde all’esigenza di cambiamento per inserirsi con le proprie specificità nel mutamento continuo e ciclico del mondo. Dalle prospettive che vengono offerte al lettore, le biblioteche sono nodi di un sistema più ampio, anzi di sistemi ampi e organizzati (e tra essi integrati): il sistema della cultura, il sistema della salute, il sistema della formazione il sistema della città. Una visione interdisciplinare della biblioteca, che viene intesa non solo come luogo fisico ma come spazio “della conoscenza condivisa, della produzione di intelligenza, delle opportunità, del trasferimento sociale di capacità, delle relazioni e del benessere”, quindi al servizio di tutte le cittadine e di tutti i cittadini.

    Allora il dato da jackpot sul numero di biblioteche in Italia diventa interessante se letto insieme ai risultati emersi da un’altra indagine, orientata al benessere e alla qualità della vita dei cittadini: La biblioteca per te, promossa in piena pandemia da Rete delle Reti, che ha raccolto oltre 67.000 risposte relative al ruolo della biblioteca pubblica nella vita delle persone. Un indicatore quello della fruizione che l’ISTAT ha inserito nelle indagini e che diventa una grande conquista per comprendere il valore strutturale delle biblioteche per la crescita culturale e sociale del nostro paese.

    Si entra così spediti nei territori del Welfare Culturale, che ha una sua definizione e anche una sua larga diffusione negli ultimi anni: l’espressione Welfare culturale indica un nuovo modello integrato di promozione del benessere e della salute e degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale. Il Welfare Culturale si fonda sul riconoscimento, sancito anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’efficacia di alcune specifiche attività culturali, artistiche e creative, come fattore di benessere, inteso in senso ampio, psicofisico e sociale.

    Il libro abbraccia questi e altri sguardi, in una coralità di interventi ce ne fanno una sorta di laboratorio per lo sviluppo di nuove domande. Il volume esce in un momento favorevole per le biblioteche, che, grazie alla grande disponibilità di dati, riescono ad ottenere un proprio posizionamento e peso, che prima spartivano con gli altri luoghi culturali. L’utilizzo integrato dei dati disponibili permette di monitorare lo stato di salute delle biblioteche, di agire rapidamente per costruire uno scenario di conoscenza e fornire strumenti utili, per prendere decisioni rapide, sempre che si voglia accogliere l’idea che le biblioteche sono opportunità. Di leggere, sì; di incappare nel libro della propria vita; di trovare nella biblioteca un presidio aperto al territorio, nel momento in cui è in atto un cambiamento d’epoca: rimettere la persona è al centro, considerare il benessere un obiettivo trasversale a tutte le discipline.

    La promessa a chi legge Le biblioteche nel sistema del benessere è quella di uno sguardo nuovo, orientato al futuro che vede la biblioteca come risposta a temi caldi e urgenti, tra tutti quello dello sviluppo sostenibile, paradigma di riferimento del volume. Dunque, mentre è dichiaratamente rivolto al fan club delle biblioteche, stuzzica i decisori e i professionisti, e si rivolge alla totalità del mondo bibliotecario e biblioteconomico, anche ai bibliotecari dunque, visti come professione calda, che ha in cambiamento nelle proprie mani.

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