AI Act: come l’Europa vuole regolare l’intelligenza artificiale, una conversazione con Dragos Tudorache

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    L’IA sconvolge tutti i campi ed evolve velocemente. In queste condizioni, come regolarla? È la domanda che emerge da tempo all’interno delle istituzioni europee. Per capire in cosa l’Unione sia all’avanguardia, ma anche le sfide che le restano da affrontare, abbiamo discusso con Dragos Tudorache, il co-relatore dell’AI Act al Parlamento Europeo.

    Quali sono stati i principali temi di negoziazione durante l’ultimo trilogo sulla legge IA Act? Quali sono le principali conclusioni da trarre?

    Abbiamo discusso una serie di punti con l’idea di arrivare a una conclusione chiara su alcuni e di avviare un dibattito su altri, per capire le posizioni dei due colegislatori (il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea) al fine di trovare un compromesso. Abbiamo anche approvato una serie di disposizioni su cui si era lavorato prima a livello tecnico e che avevamo concordato di completare poi sul piano politico.

    Prima di tutto, abbiamo dato mandato ai team tecnici di trovare soluzioni concrete per i punti legati all’Articolo 6 del meccanismo di selezione delle applicazioni ad alto rischio dell’IA1: come facciamo a determinare le applicazioni in settori come la salute, la sicurezza o lo spazio pubblico nei quali l’IA non rappresenterebbe un rischio elevato? Per queste applicazioni, gli sviluppatori non dovrebbero rispettare il livello più alto di requisiti come descritto nel testo. Il Parlamento e il Consiglio avevano proposto meccanismi di selezione diversi e abbiamo concordato politicamente di cercare una soluzione alternativa a quelle proposte sia dal Consiglio che da noi (Parlamento) per provare a trovare una soluzione intermedia. Abbiamo quindi raggiunto un accordo e dato mandato alla Commissione di stabilire un terreno comune. Abbiamo discusso una soluzione e abbiamo incaricato i team tecnici di lavorare sui criteri da applicare.

     

    Foto di Nikhita Singhal su Unsplash

    Note

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