Roma, una città con sempre meno spazi per la ricerca artistica

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    Negli ultimi tre decenni negli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio a Roma – esempio di archeologia industriale fra i più importanti della Città – si sono susseguiti numerosi tentativi di attivazione a sostegno della ricerca artistica. Qui, negli spazi della Pelanda, in continuità con le attività portate avanti dai festival Short Theatre, Romaeuropa e Nuova Consonanza durante i mesi autunnali, ha preso forma, tra marzo 2019 e ottobre 2022, un centro interdisciplinare dedicato ai diversi linguaggi delle arti performative, installative e di video arte prodotto dall’Azienda Speciale Palaexpo. Un centro che, grazie a due edizioni del Master in Arti Performative, realizzato con l’Università Roma Tre e con l’Accademia di Belle Arti di Roma, a un programma di residenze di ricerca e produzione dal titolo “Prender-si cura”, a laboratori gratuiti per bambinз e adulti, a tre edizioni del festival estivo “re-creatures”, a mostre e a installazioni ambientali, ha rappresentato un modello di integrazione fra formazione, ricerca e produzione artistica e di ideazione di diversi formati di presentazione e coinvolgimento del pubblico.

    Attorno alla Pelanda in questi anni si è costituita una comunità di persone formata da artistз, spettatorз, studiosз, studentз e bambinз che ha contribuito a rendere questo luogo uno dei più fertili, della Città e del Paese, per il contemporaneo.

    In soli tre anni e mezzo di attività, infatti, la progettazione portata avanti alla Pelanda, grazie all’attivazione di ben quarantacinque residenze, ha permesso di produrre opere che ora circuitano in tutta Italia e all’estero; ha portato in scena spettacoli e performance mai presentati a Roma in precedenza; ha alimentato una formazione continua, diffusa e inter-generazionale, che ha permesso di ampliare, progressivamente e continuativamente, il bacino di utenza degli spazi e la ricaduta positiva sulla Città.

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