Potlach-Milano: una ricerca-azione interculturale

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    Dalla crescente pressione dei flussi migratori e dalla crisi del multiculturalismo, incapace di rispondere con efficacia ai problemi di integrazione e riconoscimento che attraversano la nostra società, deriva l’urgenza – tanto per le politiche, per gli amministratori locali, gli opinion-makers e gli operatori del settore, nonché per i cittadini stessi – di ripensare l’identità culturale, ridefinire il concetto di cittadinanza, investire su nuove forme di convivenza (non più di sola coesistenza).

    Ogni storia, cultura o identità può essere soltanto un punto di partenza, un’apertura iniziale, mai una conclusione. Dialoghi di frontiera, Iain Chambers, 1995

    Oggi gruppi e individui esprimono sempre di più la necessità di affermare tanto la propria identità quanto la propria differenza. È più che mai attuale dunque elaborare un diverso e più produttivo punto di vista: non più quello essenzialista e museale della società multiculturale, ma quello creativo e trasformativo dell’intercultura.

    Dalle migrazioni interne del primo dopoguerra fino ai più recenti flussi migratori internazionali, Milano è una città storicamente caratterizzata dalla presenza di abitanti di origine “altra”, portatori e soprattutto agenti di culture e saperi diversi.

    interculturale

    Da Entroterra Giambellino a cura del collettivo Immaginariesplorazioni

    La statistica ci racconta di un fenomeno non solo sempre più consistente (più del 18% secondo i dati Istat 2015), ma anche consolidato, con un importante incremento nell’ultimo decennio dei principali indicatori di radicamento della popolazione straniera.
    Questi numeri, però, poco ci raccontano dei processi di ibridazione culturale, dell’integrazione tra saperi e pratiche, memorie e competenze che nasce nell’incontro tra culture e provenienze diverse e ancor meno ci dicono dei processi di innovazione culturale e sociale ad essi sottesi. Elementi questi che rappresentano oggi una delle sfide politiche più rilevanti per la città di domani.

    Promosso dall’associazione culturale Dynamoscopio insieme all’agenzia di ricerca sociale Codici e finanziato da Fondazione Cariplo, il progetto di video-ricerca collettiva immaginariesplorazioni – Potlach Milano vuole essere un dispositivo per percorrere questa direzione, rileggendo e rappresentando Milano come un “laboratorio a cielo aperto” di pratiche interculturali quotidiane, luogo in cui i legami, le espressioni e gli usi danno vita ad un patrimonio culturale “agito”, spesso poco visibile ma che, di fatto, dà forma alla città.

    interculturale

    Da Entroterra Giambellino a cura del collettivo Immaginariesplorazioni

    La scelta stessa del termine potlach è un manifesto dell’approccio attraverso cui il progetto si confronta con la città: il potlach, rito diffuso tra le popolazioni native  americane,  è una pratica di  scambio, dono e ri-distribuzione delle ricchezze; così Potlach Milano intende essere un processo partecipato di esplorazione e ricerca che sia in sé un’esperienza di ibridazione e scambio culturale.

    Un percorso che “riceve” in dono il bagaglio conoscitivo dalle pratiche osservate ed esperite, ma che, al tempo stesso, si pone l’obiettivo di allargare tale processo alla città, attraverso un film a regia collettiva che restituisca la ricchezza di patrimonio interculturale, attualmente latente, di cui Milano è portatrice.

    Tale patrimonio costituisce infatti un bene comune e una risorsa indispensabile per una città che voglia raccogliere la sfida di un’innovazione culturale socialmente sostenibile e territorialmente radicata.

    interculturale

    Da Entroterra Giambellino a cura del collettivo Immaginariesplorazioni

    L’intercultura non può essere per sua natura soltanto un “campo di osservazione”: è soprattutto una lente, uno sguardo da affinare e una competenza da sviluppare e potenziare. Una competenza di cui sono portatori, spesso inconsapevoli, soprattutto i giovani, a cui Potlach Milano si rivolge. Sulla scia delle precedenti edizioni del format immaginariesplorazioni  il progetto intende infatti costruire attraverso una open call un collettivo di ricerca (composto da circa 40 giovani tra i 18 e 35 anni), con competenze e provenienze eterogenee, che realizzerà il film-documentario a regia collettiva.

    Si tratta di un percorso continuativo (della durata di un anno) che offre la possibilità di partecipare ad un’esperienza di formazione interdisciplinare e di esplorazione della città che stimoli il gruppo di ricerca ad agire come ‘naturale moltiplicatore’ delle competenze interculturali apprese nel corso del progetto.


    La call che selezionerà il gruppo di ricerca e le informazioni riguardanti il calendario degli incontri del laboratorio sono disponibili sul sito www.immaginariesplorazioni.it.

    Qui gli incontri pubblici previsti

    Note