“È passato un anno, ma non è stato un anno perso. […] I tempi morti sono molto importanti se servono a comprendere cosa dovevamo fare, che cosa dovremo fare e quali sono gli obiettivi del nostro agire”.
Con queste parole Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia, recentemente subentrato a Paolo Baratta, ha dato il via alla conferenza stampa di presentazione della 17. Mostra Internazionale di Architettura, che conferma l’apertura prevista dal 22 maggio al 21 novembre – con nuovi protocolli anti-covid – negli spazi dell’Arsenale e dei Giardini a Venezia.
How will we live together?
Come vivremo insieme…
una domanda posta quando ancora la pandemia era lontana, una risposta oggi più che mai necessaria.
«Partiremo con perseveranza e ottimismo. La pandemia ha reso senza dubbio la domanda che avevo posto come titolo della Biennale ancora più importante, in un certo senso ironica, considerato l’isolamento che ci è stato imposto». – ha affermato il curatore Hashim Sarkis durante la conferenza stampa – «L’interrogativo si è trasformato, evoluto in “Potremo mai vivere di nuovo insieme? L’architettura è ancora possibile dopo la pandemia? Abbiamo riflettuto, abbiamo discusso con i partecipanti, singolarmente e tutti insieme, sulla domanda che ci eravamo posti. Come aggiungere significato e come beneficiare da questa esperienza della pandemia e da quest’anno in più per elaborare ulteriormente i singoli progetti? Queste discussioni sono state estremamente arricchenti, hanno trasformato la Biennale da un evento a un processo, una discussione aperta, una vera collaborazione nello spirito del tema”.