Kurt Vonnegut

scrittore

Kurt Vonnegut jr. è nato ad Indianapolis (Indiana) nel 1922, l’11 novembre, lo stesso giorno dell’Armistizio che concluse la Prima Guerra Mondiale, cosa che Vonnegut ha sempre considerato una sorta di presagio del suo “agguerrito” pacifismo. Suo nonno era stato il primo architetto riconosciuto dallo stato dell’Indiana e suo padre era un architetto altrettanto ricco e famoso, ma risentì gravemente della Grande Depressione del ’29 e fu forse per questo che spinse il figlio Kurt ad evitare la carriera artistica per intraprendere studi “seri”.

Dopo gli anni del liceo quindi, durante i quali si avvicinò alla scrittura come redattore dello Shortridge Daily Echo il primo esperimento di giornale scolastico dello stato, Vonnegut jr. nel 1940 si iscrisse alla facoltà di chimica della Cornell University, seguendo quindi le orme del fratello maggiore Bernard, scienziato di fama mondiale nell’ambito del controllo climatico. Ma, a differenza del fratello, la carriera universitaria del giovane Vonnegut risultò immediatamente un fallimento, mentre invece otteneva grandi riconoscimenti come giornalista per il giornale dell’Università, il Cornell Daily Sun. Nel 1943, quando a causa dei risultati scarsi rischiava di dover lasciare l’Università, decise di arruolarsi nell’esercito.

Il 1944 fu un anno durissimo: a maggio la madre, che mai era riuscita ad accettare la crisi finanziaria del marito, si suicidò con una dose massiccia di sonniferi. A dicembre Vonnegut fu fatto prigioniero dai tedeschi e mandato a Dresda a lavorare in una fabbrica farmaceutica. Il 13 febbraio del 1945 sopravvisse al bombardamento che distrusse l’intera città e uccise circa 135.000 civili rifugiandosi nella cella frigorifera di un mattatoio, esperienza che lo segnò profondamente e che gli ispirerà uno dei suoi romanzi più famosi, appunto Mattatoio n. 5. Rimpatriato il 22 maggio del 1945, poco dopo sposò la sua prima moglie, Jane Marie Cox, una vecchia compagna di scuola.

Nei successivi due anni vissero a Chicago, dove Vonnegut si iscrisse alla facoltà di antropologia e iniziò a lavorare per il Chicago City News Bureau come reporter poliziesco. Dopo che la sua tesi di laurea fu rifiutata decise di trasferirsi a Schenectedy, vicino New York, per lavorare all’interno dell’ufficio pubbliche relazioni della General Electric.Qui iniziò la sua carriera letteraria vera e propria: l’11 febbraio del 1950 venne pubblicato su “Collier’s” il suo primo racconto breve, “Report on the Barnhouse Effect” e l’anno successivo era già in grado di mantenersi abbastanza con la scrittura da poter lasciare il lavoro alla General Electric e trasferirsi con la famiglia a West Barnstable, nel Massachusetts.

Nel 1952 fu pubblicato il suo primo romanzo, Piano Meccanico e fino al 1959, l’anno in cui venne pubblicato il suo secondo romanzo, Le sirene di Titano, Kurt Vonnegut pubblicò numerosissimi racconti su riviste, lavorò come insegnante di inglese in una scuola per ragazzi con problemi emotivi, aprì una concessionaria della Saab, assistè alla morte del padre e della sorella Alice, morta di cancro 48 ore dopo la morte del marito in un incidente ferroviario e adottò i suoi tre nipoti.

Negli anni sessanta furono pubblicati altri romanzi, Madre notte, Ghiaccio Nove, Dio la benedica, dottor Kevorkian e una raccolta di racconti Canard in a Cat House e Vonnegut ottenne una cattedra alla famosa scuola di scrittura dell’Università dell’Iowa. Nel 1968 venne pubblicata la raccolta di racconti Benvenuta nella gabbia delle scimmie e l’anno successivo, quello che fu considerato da subito il suo capolavoro, Mattatoio n.5, immediatamente numero uno nella lista dei bestseller del New York Times.

Negli anni settanta ricevette l’incarico di insegnare scrittura creativa all’università di Harvard e pubblicò Buon compleanno Wanda June. Nel 1971, dopo il divorzio dalla moglie, si trasferì da solo a New York e nel 1973 pubblicò il romanzo La colazione dei campioni, che, a dispetto delle numerosissime vendite, venne accolto da critiche negative, così come avvenne anche nel 1976 per Comica finale. Ovvero non più soli. Nel 1979, l’anno della pubblicazione di Un pezzo da galera, sposò la fotografa Jill Krementz. Negli anni ottanta pubblicò alcune opere autobiografiche e altri romanzi come Il grande tiratore, Barbablù, Galapagos e Hocus Pocus. Nel 1997, con la pubblicazione del romanzo Timequake, Vonnegut dichiarò il suo ritiro dalla scrittura narrativa per dedicarsi invece alla denuncia sociale e politica contro l’amministrazione Bush collaborando con la rivista In These Times. Molti di questi pezzi sono stati raccolti nel 2005 in Uomo senza patria, immediato bestseller in America e che Vonnegut stesso ha definito “una bella coppa di champagne per brindare alla fine della vita”. E’ morto il 12 aprile 2007.

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