cheFare ha curato la realizzazione di un percorso formativo rivolto a professionisti/e che operano in contesti di particolare vulnerabilità sociale finanziato da Città Metropolitana di Milano.

La società contemporanea rende tutti quanti destinatari di molteplici informazioni durante tutto l’arco della giornata. I dispositivi elettronici e la reperibilità costante comportano un frazionamento dell’attenzione e della concentrazione. L’attitudine multitasking talvolta riduce la qualità dell’attenzione e di conseguenza la qualità della relazione e della “cura” verso l’altro.

Questo percorso, strutturato in una dimensione partecipata, mira ad accompagnare gli operatori nell'approfondimento delle conoscenze e competenze legate ai meccanismi dell’attenzione nella relazione individuale, professionale e verso l’utenza. L'attenzione, intesa come spazio di comprensione e riflessività, è una dimensione fondamentale per contenere automatismi e promuovere la ricerca di soluzioni creative e personalizzate. Questo aspetto è particolarmente importante in contesti lavorativi difficili e stressanti, dove il rischio di burnout può minare l'efficacia degli interventi.

Obiettivo della formazione è fornire conoscenze e competenze sui temi dell’attenzione e come questa necessita di strumenti di gestione in contesti difficili e di stress. La proposta, sviluppata in maniera partecipata, intende sensibilizzare i professionisti sulla dimensione dell’attenzione come “cura”, come parte fondante di relazioni che possano essere trasformative perché sottratte alla dimensione dell’automatismo, tanto tra colleghi quanto in relazione agli utenti. 

Il percorso è sviluppato tenendo forte considerazione i contesti lavorativi complessi e spesso stressanti dei professionisti a cui è rivolto.