François Jullien

filosofo

François Jullien è un filosofo ed ellenista e sinologo francese. François Jullien ha elaborato il proprio lavoro a partire dai pensieri di Cina ed Europa. Più che un lavoro di comparazione Jullien ha sviluppato una nuova problematizzazione che, decostruendo dal di fuori i partiti presi dell’ontologia europea, permette di riconsiderare, attraverso una visione obliqua, i campi della strategia, dell’etica e dell’estetica. Una tale riflessione interculturale l’ha portato a riproporre la questione dell’universale, affrancandola sia da un universalismo facile (etnocentrico) sia da un relativismo pigro (culturalista), per proporre invece un dia-logo tra culture affrontato non più dal punto di vista della loro identità fantasmatica, ma da quello delle risorse che i loro scarti differenziali (écarts) fanno apparire per promuovere un comune.

La filosofia che ne emerge, passando dal pensiero dell’Essere al pensiero dell’Altro, tenta di svincolarsi, nella sua scrittura concettuale, dalla presa identitaria del concetto che occulta e ottunde la vita. In tal modo, Jullien intende sviluppare una filosofia dell’esistenza in quanto promozione di risorse.

Allievo della “École normale supérieure” di Parigi e « agrégé » della stessa Università a partire dal 1974, ha proseguito i suoi studi approfondendo la lingua e il pensiero cinesi presso le università di Pechino e di Shanghai (negli anni 1975-1977). È stato inoltre responsabile della Antenne française di sinologia a Hong-Kong (1978-1981) e borsista della Maison franco-japonaise a Tokyo (1985-1987). Ha ottenuto un dottorato di terzo ciclo nel 1978, e in seguito un dottorato in Studi Estremo-orientali nel 1983. È quindi divenuto presidente della « Association française des études chinoises » (1988-1990), direttore dell’UFR Asie orientale dell’Università Paris-VII (1990-2000), presidente del Collège international de philosophie (1995-1998), professore all’Université Paris Diderot Paris-VII e direttore dell’Institut de la pensée contemporaine e del Centre Marcel-Granet.

Attualmente è professore all’Università Paris VII, direttore dell’Institut de la pensée contemporaine presso la medesima università e regge la Chaire sur l’alterité presso la Fondation Maison des Sciences de l’Homme. È stato inoltre responsabile di numerose collane della Presses Universitaires de France, ha diretto la rivista Agenda de la pensée contemporaine ed è stato presidente della Association française des études chinoises negli anni 1988-1990 e del Collège international de philosophie tra il 1995 e il 1998; gioca spesso un ruolo come consigliere in ambito economico per le imprese occidentali che vogliano aprire filiali in Cina. In Italia è particolarmente amico del filosofo partenopeo Roberto Esposito.

Sono stati organizzati diversi colloqui e convegni internazionali attorno al suo pensiero, sia in Francia che all’estero (Germania, Argentina, Cina, Vietnam); le sue opere sono state tradotte e pubblicate in oltre venti paesi. Nel 2010 ha ricevuto in Germania il Premio Hannah Arendt per il pensiero politico ; nel 2011 ha ottenuto il Grand prix de philosophie da parte dell’Académie française per l’insieme della sua opera filosofica.