Quattro dicotomie per una mappatura di attivazione territoriale

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    Restituire attraverso un processo di mappatura la realtà complessa e dinamica di un territorio urbano rappresenta sempre una sfida di natura metodologica, deontologica, e operativa. Ciò è ancor di piú valido in territori complessi e stratificati come quello dei quartieri Zisa, Noce e Danisinni, che costituiscono l’Asse 1 del progetto Traiettorie Urbane.

    Traiettorie urbane: qui gli articoli precedenti di Davide Leone e di Alessia Maso con Andrea Libero Carbone

    Le azioni di mappatura arontano questa sfida fondandosi su una metodologia che combina diversi approcci, metodi e punti di vista, al fine di fornire una lettura del territorio a supporto delle azioni successive, che sia quanto piú inclusiva, accessibile e rappresentativa. La mappatura aronta e risolve 4 fondamentali dicotomie che guidano in maniera trasversale le diverse azioni e fasi di mappatura, e ne orientano le decisioni: metropolitano-locale, quantitativo-qualitativo, top down – bottom up, spazio-società.
    Conseguentemente, svolge una analisi interpretativa su diversi tipi di informazioni, finalizzati alla costruzione di un sapere complesso e condiviso: struttura urbana, attori sociali, diritto alla città, emozioni e passeggiate, luoghi del quotidiano.

    Metropolitano – locale

    La prima dicotomia è legata alla perimetrazione dell’area da mappare. Come definire infatti i confini spaziali di ambiti urbani complessi, strutturati da flussi e dinamiche territoriali di scala variabile?

    Il territorio dell’asse 1 è parte di molteplici sistemi territoriali che si sovrappongono ed influenzano, ed ognuno di essi determina impatti di natura spaziale, sociale, economica e ambientale: il sistema radiale urbano degli assi di borgata;  il sistema della Circonvallazione a cui sono connesse infrastrutture e centralità di scala metropolitana che fungono da poli attrattivi a livello urbano; i sistemi minuti delle borgate, strutturate intorno alle quattro piazze  Noce, Zisa, Ingastone e Danisinni; i molteplici sistemi strutturati dagli attori territoriali – scuole, parrocchie, centri culturali, associazioni – che costellano il territorio e polarizzano gruppi sociali aerenti a molteplici ambiti spaziali.

    Se da un lato era necessario orire una lettura globale per comprendere il ruolo del territorio in relazione alla complessità urbana, dall’altro era imprescindibile mantenere uno sguardo attento alla scala umana in grado di restituire la complessità di fenomeni minuti, di dettaglio. La nostra scelta si è basata su una logica multi-scalare, capace di analizzare molteplici fenomeni nella dimensione più adeguata ad ognuno di essi: dalla scala delle reti metropolitane per descrivere i flussi di mobilità, a quella intermedia del quartiere per leggere le relazioni spaziali e di interdipendenza tra elementi territoriali come attraversamenti, sistema del verde e dello sport, fino al livello piú minuto dello spazio pubblico; a sua volta inteso sia come estensione dello spazio privato che come spazio collettivo dell’incontro e del conflitto.

    Quantitativo – qualitativo

    La seconda dicotomia è alla base di lunghi dibattiti metodologici nell’ambito delle scienze sociali e del territorio. Che tipo di informazioni sono maggiormente adeguate a descrivere un territorio?

    Se i dati quantitativi si concentrano su misurazioni numeriche e analisi statistiche, i dati qualitativi sono più preoccupati dall’interpretazione dei fenomeni sociali basata su esperienze e prospettive soggettive. I dati quantitativi hanno il vantaggio di essere facilmente misurabili e comparabili. Consentono l’analisi statistica e possono fornire informazioni adabili e oggettive su un determinato territorio. Tuttavia, spesso non riescono a catturare la complessità e la ricchezza dei fenomeni sociali. Sono limitati dalle domande che sono state poste e possono perdere importanti sfumature e contesti che sono dicili da quantificare.

    D’altra parte, i dati qualitativi possono fornire una comprensione più profonda dei fenomeni sociali catturando esperienze, prospettive e significati che sottendono il comportamento sociale. Possono fornire informazioni sul contesto sociale e culturale del territorio dell’asse 1 e rivelare le complessità che i dati quantitativi non riescono a catturare. Il rischio è quello di essere soggettivi e dicili da generalizzare, in quanto si basano in maniera consistente sull’interpretazione e sulla comprensione dei dati da parte degli operatori della ricerca.

    Il nostro approccio si è fondato su una combinazione di dati quantitativi e qualitativi, quali contributi fondamentali per la conoscenza approfondita di un territorio complesso e composto da molteplici gruppi sociali come quello dell’Asse 1. Un approccio misto in cui i dati quantitativi possano fornire una panoramica generale del territorio, mentre i dati qualitativi possono fornire il contesto e le informazioni necessarie per comprendere i processi sociali sottostanti.  Se l’approccio qualitativo si basa su osservazioni soggettive, è necessario tuttavia sottolineare che questa soggettività non è esclusivamente quella del ricercatore, ma anche quella di chi abita il quartiere. Le strategie di mappatura si sono basate sia su una “osservazione partecipante” dei fenomeni sociali da parte degli operatori della mappatura,  attraverso le passeggiate di Youngscape, e le altre azioni di progetto, sia attraverso le conversazioni, le azioni di mappatura ed i laboratori di narrazione che hanno dato voce a ragazzi e ragazze in relazione al proprio spazio urbano

    Top-Down – Bottom-up

    La terza dicotomia è legata a chi svolge l’azione di mappatura.

    Un approccio top-down ore una rappresentazione formale e strutturata del territorio, grazie ad una chiara metodologia analitica, sulla base di competenze specialistiche, ma rischia di non arrivare a descrivere esperienze e prospettive delle comunità locali. Spesso queste non sono facilmente accessibili o comprensibili, ancor piú in quartieri densi e stratificati come quelli che strutturano l’Asse 1 di Traiettorie Urbane.

    L’approccio bottom-up, invece, si fonda sul coinvolgimento diretto degli abitanti nella definizione dell’immagine del territorio e della società che lo abita. Ció favorisce la comprensione di dinamiche locali, conflitti, relazioni, criticità e risorse territoriali. Tuttavia può essere soggetta a errori e inesattezze, poiché le informazioni vengono raccolte da persone o gruppi appartenenti ad ambiti locali, con una  conoscenza limitata del territorio, o limitata da pregiudizi e visioni di parte.

    La metodologia di mappatura dell’Asse 1 di Traiettorie Urbane combina entrambi gli approcci con il duplice obiettivo di ottenere informazioni complesse e multi-livello, e di favorire un processo collettivo di scambio reciproco di saperi tra operatori e abitanti del quartiere. In quest’ottica Youngscape ore strumenti per una maggiore consapevolezza urbana a ragazze e ragazzi, stimolando una riflessione sullo spazio urbano e sulla sua capacità di orientare il proprio quotidiano e le traiettorie di vita. In senso opposto, favorisce la condivisione di saperi ed esperienze maturate negli anni sia dai giovani che dagli attori territoriali che con essi agiscono: scuole, associazioni di volontariato e solidarietà, attori sportivi, e cosí via.

    La combinazione degli approcci ambisce a guidare un fondamentale cambiamento del punto di vista sul territorio di partners, stakeholders e cittadini, e determinare una riflessione profonda sui conflitti tra le comunità e le interpretazione fuorvianti compiute dall’esterno. Un esempio è quello dell’Asilo Nido di Danisinni, di cui le istituzioni avevano proposto l’abbattimento per realizzare uno spazio pubblico, visto tuttavia come un corpo estraneo dalla comunità che, attraverso presidi e proposte, ne ha evitato l’abbattimento.

    Società – Spazio

    La quarta e ultima dicotomia è quella relativa al rapporto tra la società e lo spazio che essa abita.

    La società plasma lo spazio urbano? O viceversa, lo spazio urbano influenza la società? In che modo analizzare le diverse qualità dello spazio urbano abitato dalle comunità dell’Asse 1?

    Il sociologo Henri Lefebvre1Henri Lefebvre (1978) La produzione dello spazio. Milano: Print Book dimostra come spazio e società si influenzano  eciprocamente in un processo di continua co-evoluzione. Secondo Lefebvre, lo spazio non è semplicemente un insieme di luoghi fisici, ma è anche un prodotto sociale e culturale. Lo spazio è costruito e utilizzato dalle persone per soddisfare i loro bisogni e desideri, e al contempo lo spazio influenza le loro esperienze e percezioni. La società, invece, ha un impatto sullo sviluppo e la trasformazione dello spazio. Le dinamiche sociali, culturali ed economiche influenzano la distribuzione e l’uso degli spazi, determinando la loro forma e funzione. Inoltre, le trasformazioni degli spazi possono anche avere un impatto sulle dinamiche sociali, creando nuove opportunità o sfide per le comunità.

    Al fine di poter restituire la complessità dei fenomeni di interrelazione tra spazio e società, la mappatura dell’Asse 1 si basa su una analisi degli usi, individuali o collettivi, che significano e costruiscono lo spazio, secondo dinamiche variabili nel tempo. Ciò è ancora piú rilevante nel caso di spazi pubblici come quelli di Palermo, che spesso non sono progettati in maniera da supportare gli usi comunitari, e che tuttavia vengono abitati, trasformati e ri-significati attraverso processi e logiche informali. Attraverso molteplici usi sociali, lo “spazio” diventa un “luogo” socialmente definito. È il caso, tra gli altri, dello Sport praticato in maniera informale in molte aree dell’asse 1.

    DATI URBANI PER MAPPARE IL TERRITORIO

    La mappatura si articola in diverse sezioni che analizzano e restituiscono dati di diversa natura: Analisi territoriale, Attori Territoriali, Diritto alla città.

    Struttura territoriale

    In queste prime mappe viene descritto il territorio attraverso mappe satellitari ed elaborazioni grafiche. L’obiettivo primario è quello di poter raorzare la consapevolezza di partners, stakeholders, cittadini e cittadine circa la centralità del territorio dell’asse 1 nel contesto urbano e la sua configurazione spaziale. In  secondo luogo, vuole mostrarne l’evoluzione, le stratificazioni territoriali, gli ambiti locali legati all’identità di quartiere.

    Queste mappe sono sviluppate dai ricercatori sulla base di dati quantitativi, carte storiche e osservazione partecipante.

    Attori Sociali – Comunità e Collettivi

    In queste mappe vengono restituiti gli esiti di un lavoro di analisi, studio e dialogo con i diversi attori territoriali che sono insediati nel territorio dell’asse 1. Per ogni categoria individuata vengono descritte principali azioni e progetti che coinvolgono, o potrebbero coinvolgere, ragazzi e ragazze dell’età target (11-17 anni).

    L’obiettivo delle mappe è quello di mostrare graficamente dove operano gli attori territoriali, a che modo la loro presenza modifica spazi e i flussi urbani, a quali ambiti territoriali appartengano i cittadini e le cittadine che partecipano alle attività. Così come di leggere opportunità inedite e criticità stratificate nel tempo.

    A questa mappatura corrisponde l’elaborazione di un database che verrà messo a disposizione dell’intera rete territoriale, al fine di stimolare collaborazioni e strutturare le future azioni progettuali.

    Diritto alla città

    La città è un diritto, e a sua volta favorisce la fruizione di diritti fondamentali come quello allo mobilità, allo sport, al verde. Questa sezione ore una lettura critica di dati territoriali di natura quantitativa, ottenuti da banche dati, e  qualitativa, ottenuti attraverso osservazione partecipata , interviste non strutturate e passeggiate.

    Passeggiate

    È in questa sezione che vengono descritte in maniera estesa le passeggiate esplorative svolte con ragazze e ragazzi dell’asse 1. Attraverso strategie di gioco, sono loro a condurre gli operatori e le operatrici della mappatura in una esplorazione del proprio quartiere. Emerge una narrazione alternativa del territorio, basata su una conoscenza diusa, molteplice e non deterministica, in cui vengono raccontati luoghi, emozioni, stati d’animo.  Il confronto e la sintesi tra questi dati di natura qualitativa e bottom-up con altri dati elaborati nel corso della mappatura, permette di sviluppare una conoscenza approfondita dei luoghi.

    I luoghi del quotidiano

    Quali spazi urbani abitano i ragazzi e le ragazze del quartiere? Quali sono i principali attrattori nel tessuto urbano? Quali caratteristiche morfologiche e spaziali rendono uno spazio abitato e attrattivo per questa fascia di età? In questa ultima sezione vengono elaborati i dati raccolti attraverso l’osservazione del territorio, interviste non strutturate e passeggiate. I luoghi del quotidiano vengono visualizzati attraverso heatmaps, per descrivere la minore o maggiore densità di utenti.

     

    Immagine di copertina: ph. Cristina Gottardi, Palermo da Unsplash

    Note