Milano, quartiere di Greco. Una zona all’apparenza come le altre fa da ponte fra quartieri: “Non siamo né centro né periferia, siamo quel nulla che si trova in mezzo”, dice un abitante. Nonostante la vicinanza all’Università Bicocca, il quartiere di Greco tende a chiudersi rispetto al resto della città; non ha molti luoghi di incontro, una carenza cronica di aree verdi per le famiglie e i ragazzi, la mancanza di aree a uso sportivo.
Negli ultimi dieci anni ha assistito a una crescita e una diversificazione demografica dovute alla costruzione di nuove abitazioni che, in alcuni, ha creato un senso di diffidenza. Osservato da un altro punto di vista, però, Greco è anche una zona dalle ampie opportunità (“Un bel posto dove vivere, con una forte dimensione umana, dove – tutto sommato – si vive bene”) con un tessuto sociale forte e solidale le cui esperienze in atto ne fanno un polo modello dell’accoglienza, considerata la diffusione di realtà e organizzazioni dedite al contrasto dell’emarginazione sociale.
Su tutto, resta ingombrante la morfologia del tracciato ferroviario che, se da un lato connette la zona al territorio e lo connota, dall’altro crea confini invalicabili e strutture spesso viste come fonte di degrado. L’identità di questo luogo oscilla così, inevitabilmente, fra le contraddizioni di quello che è vissuto come “un paese, una piccola città nella grande città” che oggi attraversa una fase di sensibili trasformazioni.
In questo scenario, si colloca la progettazione avviata da ABCittà in risposta ai bisogni degli abitanti. ABCittà è una cooperativa sociale che da vent’anni si occupa di progettazione sociale attraverso l’approccio partecipativo.
Interventi che hanno permesso ai cittadini di riappropriarsi di spazi marginali da tempo inutilizzati
Intorno al 2015, quando il concetto di ‘rigenerazione urbana’ si era già imposto come naturale evoluzione degli approcci partecipativi applicati all’urbanistica, la società cooperativa ha scelto di avviare un percorso di ricerca e progettazione sui temi della trasformazione territoriale; una visione che ha preso forma anche nel progetto BinG | Binari Greco e più recentemente in BiG | Borgo intergenerazionale Greco.
Il primo, partendo dalle caratteristiche dell’area, si è posto come obiettivo generale la trasformazione di quegli elementi presenti sul territorio, percepiti dagli abitanti come negativi: i tracciati ferroviari che tagliano il quartiere in ogni direzione, le imponenti arcate che sorreggono le strutture così come, dal 2010, il cantiere per la realizzazione del Piano Integrato di Intervento “PII Greco-Conti”, sono stati trasformati in vere e proprie risorse sociali, culturali e sportive.
A partire dall’ascolto e dal coinvolgimento degli abitanti (gli stessi citati in questo articolo) intorno a questi capisaldi stati realizzati il campo da calcio e green volley, l’orto-giardino sul canale Martesana e a breve seguiranno altre realizzazioni di street art e soprattutto le nuove funzioni (previste nel progetto di riqualificazione) assegnate alle 20 arcate ferroviarie di RFI: un campo da basket, una zona di co-working e così via.
Interventi, questi, resi possibili tra il 2018 e il 2019 dal progetto BinG | Binari Greco, finanziato dal Bando alle Periferie 2018 del Comune di Milano che hanno permesso ai cittadini di riappropriarsi di spazi marginali da tempo inutilizzati grazie anche a un accordo con la Società Borgo Cascina Conti S.r.l. e numerosi altri partner locali. Il secondo progetto, diverso negli obiettivi ma ugualmente strutturato, partirà invece a breve. Si tratta di BiG | Borgo intergenerazionale Greco un servizio di housing sociale che adatta alla scala urbana il modello delle case multigenerazionali tedesche (Mehrgenerationenhäuser) allo scopo supportare la coesione e la collaborazione tra generazioni.
BiG e il quartiere di Greco si offrono così come un modello di sviluppo urbano innovativo
Un progetto di rigenerazione urbana che recupera la storica Cascina Conti (riconosciuta dalla Sopraintendenza e citata anche dal Manzoni) con 25 minialloggi, spazi e servizi condivisi, facilitando la collaborazione tra persone di diversa età e con bisogni differenti in un contesto di interazione con il quartiere e la città. BiG definisce così uno spazio di interazione sociale di vicinato-quartiere aperto al resto del mondo; uno spazio nel quale le persone di ogni età divengono risorsa per i gruppi e le reti di prossimità e, viceversa, i vicinati e le comunità di affinità si offrono come palestre di capacitazione.
Il progetto applica questa visione dinamica al tema dell’abitare, offrendo risposte alla domanda di soluzioni abitative di accoglienza diffusa e di avviamento/sostegno all’autonomia per soggetti fragili. I destinatari del servizio BIG, infatti, sono adulti in situazioni di sviluppo di autonomia dopo percorsi di difficoltà, giovani in definizione del proprio percorso di vita (caratterizzati da condizione di precarietà lavorativa o inseriti in percorsi di formazione professionalizzante) e anziani in condizione di mantenimento dell’autonomia.
Gli alloggi offerti a prezzo calmierato e il coinvolgimento di tutti i destinatari in attività di mutuo aiuto volontario sono fra le caratteristiche che connotano il progetto. Le attività saranno organizzate e facilitate dagli operatori con un tempo strutturato in base alle competenze e alle disponibilità di ciascuno e ai bisogni dei singoli destinatari.
La circolarità degli interventi e delle relazioni promosse da questo servizio passa attraverso l’intervento di una equipe di professionisti con competenze differenti. BiG e il quartiere di Greco si offrono così come un modello di sviluppo urbano innovativo, nel quale diviene finalmente possibile avviare un processo di radicamento territoriale e accompagnamento sociale continuativo che supera la limitatezza temporale e la dipendenza dai singoli finanziamenti. Un servizio che consente di connettere e valorizzare in chiave interdisciplinare le competenze educativo-pedagogiche e quelle partecipative per integrare e far interagire il progetto con il territorio nella logica di una rigenerazione urbana tangibile e duratura.
“Renzo, s’incamminò con la sua pace, […] Verso sera, arriva a Greco, senza però saperne il nome; ma, tra un po’ di memoria de’ luoghi, che gli era rimasta dell’altro viaggio, e il calcolo del cammino fatto da Monza in poi, congetturando che doveva esser poco lontano dalla città, uscì dalla strada maestra, per andar ne’ campi in cerca di qualche cascinotto, e lì passar la notte; chè con osterie non si voleva impicciare. Trovò meglio di quel che cercava: vide un’apertura in una siepe che cingeva il cortile d’una cascina; entrò a buon conto”. A. Manzoni -I promessi sposi -Cap. XXXIII