Un manifesto per la partecipazione giovanile

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    Chiusi in camera per fuggire dalla società, oppure in qualche posto di periferia a vandalizzare indisturbati; non hanno voglia di fare niente; la colpa è dei social; abbiamo sbagliato noi che non abbiamo saputo educarli.
    Queste sono alcune delle argomentazioni su cui viene costruita la narrazione dominante sul “problema dei giovani” perché, si sa, le persone giovani non partecipano, non si prendono responsabilità – semmai creano problemi – e in sostanza si potrebbe anche dubitare siano portatrici degli stessi diritti di cui godono le altre cittadine e cittadini.

    Una narrazione che è facile trovare sulla stampa mainstream e nei dibattiti pubblici, ma quanto c’è di vero?
    Secondo dati ISTAT rielaborati da Openpolis e Con i Bambini la partecipazione delle giovani generazioni ad attività di volontariato è più alta rispetto a quella della media della popolazione italiana, sia per le persone della fascia d’età 18-19 anni sia, ancora di più, per quelle della fascia 20-24.
    Se per l’impegno nel volontariato dunque questa narrazione non trova riscontro nella realtà, un quadro diverso ci viene restituito dai dati che descrivono la presenza delle persone giovani nella politica e nelle istituzioni o, meglio, nelle posizioni in cui vengono prese decisioni. Senza considerare il Senato della Repubblica (dove non si può accedere fino ai 40 anni) le persone under 30 attualmente elette alla Camera dei Deputati sono 2 (lo 0,5% del totale); nelle liste presentate dai partiti alle elezioni politiche del 2022 le persone under 30 candidate ad un seggio della Camera erano il 3% del totale (dati openpolis – Con i Bambini).
    Un’esclusione dalle posizioni decisionali che sembra essere confermata anche dai dati sull’andamento dell’età media delle Deputate e dei Deputati nelle due Camere del Parlamento italiano dove, dopo un trend di marcato abbassamento dell’età media a partire dalla XV legislatura, questo valore è tornato a salire in modo significativo con l’attuale legislatura, in concomitanza con il dimezzamento dei seggi di Camera e Senato. Un quadro complessivo che non torna in equilibrio generazionale neppure se scendiamo ad analizzare i dati sulla presenza di persone giovani negli organismi elettivi e decisionali locali.

    Un limite delle giovani generazioni che non si interessano della vita pubblica locale e nazionale, o un problema del nostro sistema istituzionale che non sa aprirsi a persone nuove ed alle loro istanze?
    Perché di istanze nuove ce ne sono, ed alcune di quelle più urgenti sono state portate nel dibattito pubblico degli ultimi anni proprio dalle generazioni più giovani. Basti pensare al movimento Black Lives Matter che, arrivato in Italia dopo le vicende statunitensi collegate alla morte di George Floyd, nel nostro paese è stato animato principalmente da giovani di seconda generazione già attivi nel movimento per il riconoscimento dei diritti di nascita e di cittadinanza. Oppure ricordarsi di come il tema del diritto alla casa sia stato riportato al centro dell’agenda politica l’anno scorso da centinaia di studenti e studentesse che hanno piazzato le proprie tende di fronte alle sedi delle principali università italiane; o di come le persone che scendono in piazza per riportare l’attenzione sull’emergenza climatica siano principalmente under 30, se non under 20.

    Perché un manifesto?
    Eppure le persone giovani sono spesso delegittimate nello spazio pubblico, perché considerate inesperte o paradossalmente troppo giovani per esprimersi anche su temi che li riguardano direttamente. Dentro Sociolab – l’impresa sociale in cui ci occupiamo di partecipazione, ricerca sociale e attivazione di comunità – riteniamo fondamentale il ruolo delle nuove generazioni nei processi di definizione delle politiche pubbliche, di trasformazioni urbana, di creazione di legami comunitari. Per questo negli ultimi anni abbiamo lavorato molto con le persone giovani per rafforzare il loro ruolo nei contesti in cui si trovano a vivere e agire, in percorsi dedicati all’attivazione giovanile, alla riqualificazione di spazi e servizi, alla creazione di strumenti di collaborazione tra amministrazioni locali e comunità giovanili. La nostra riflessione interna, che è andata sviluppandosi insieme a queste esperienze, parte dalla necessità di sovvertire la narrazione dominante e di considerare le persone giovani come esperte della propria vita: punto di partenza e prima voce nella costruzione non solo delle politiche giovanili ma anche di tutte quelle che le riguardano. Abbiamo cercato di fare attenzione a non considerare le persone giovani e le nuove generazioni come un blocco monolitico e quindi contribuire a creare le condizioni e le occasioni perché potessero prendersi la parola anche in spazi di confronto e di azione intergenerazionali, dove sentirsi titolate e rispettate.

    Per questo abbiamo dedicato un appuntamento del nostro spazio di auto-formazione “SIC! Spazi di intelligenza collettiva” a questo tema, un evento partecipativo che abbiamo chiamato “Zona 30 – come si partecipa sotto i 30 anni?”. Abbiamo chiamato ad ispirarci persone direttamente impegnate su questo fronte: Gabriella Sesti Osseo di Fantapolitica, Edoardo Bucci di LeggiScomodo e Giuseppe Lipari della Scuola Normale Superiore di Pisa, che studia la partecipazione giovanile nei sindacati studenteschi. Abbiamo invitato a raccontarsi anche tre esperienze che abbiamo accompagnato nell’ultimo anno, ovvero la Consulta di Bagno a Ripoli, il progetto Chianti senza Limiti di Greve in Chianti e l’Associazione Oltre di Livorno. Ai tavoli di discussione hanno partecipato oltre 50 persone under 30 che hanno discusso e condiviso approcci, tattiche e suggerimenti pratici per supportare la partecipazione e il protagonismo giovanile. Ne è nato un Manifesto della partecipazione giovanile: uno strumento per policy makers, progettiste e progettisti, operatori e operatrici del sociale.

    Cosa c’è nel Manifesto della partecipazione giovanile?
    Il Manifesto esplora e descrive quali sono le condizioni di partenza che supportano e facilitano la partecipazione delle persone giovani. Abbiamo elaborato quanto emerso dal confronto e l’abbiamo categorizzato in 4 sezioni: condizioni di partenza, attitudini e comportamenti, tattiche e suggerimenti pratici. In ognuna di esse trovano sintesi pillole dalla nostra esperienza, indicazioni e suggerimenti di persone under 30, citazioni che abbiamo trovato particolarmente pertinenti, pensando che potesse essere di ispirazione per chi – come noi – desidera un cambio di passo riguardo alla partecipazione giovanile nei territori, nelle organizzazioni e nelle istituzioni.

    Di seguito un estratto di cosa è possibile trovare in ciascuna sezione:

    Le condizioni di partenza

    Questa sezione nasce dal confronto avvenuto a partire dalla scala della partecipazione di Roger A. Hart, che illustra i diversi gradi di partecipazione per bambin* e ragazz* usando la metafora della scala: dal gradino 0 in cui non c’è partecipazione (la manipolazione) fino ad arrivare allo step 8, ovvero la progettazione iniziata dalle persone giovani e condivisa con gli adulti. Ne abbiamo ragionato tenendo a mente che “chiedersi cosa è vera partecipazione può alimentare aspettative distruttive!” per citare un partecipante.

    Attitudini e comportamenti

    Prima ancora di incoraggiare le persone giovani a partecipare potrebbe essere utile riflettere sul tipo di spazio che stiamo chiedendo alle persone di frequentare, e sulla postura che stiamo assumendo mentre incoraggiamo la partecipazione. Qui raccogliamo alcuni suggerimenti su come rendere uno spazio più “invitante” e garantire la libera espressione delle persone che aderiscono.

    Tattiche

    Per citare Beautiful Trouble: “​​La strategia è il vostro piano generale; le tattiche sono le azioni che fate per attuarlo – una distinzione fondamentale per una campagna efficace. Non organizzate una manifestazione prima di sapere se serve al vostro piano generale.” La strategia la conosciamo già, pensiamo ad azioni concrete e facilmente realizzabili nel breve periodo.

    Suggerimenti pratici

    Da qualche parte bisognerà pur cominciare! Qui abbiamo raccolto alcuni piccoli spunti pratici che possono fare la differenza quando si vuole costruire e curare spazi di partecipazione adatti anche alle persone giovani. Parola delle persone che hanno partecipato.

    Incuriosit* dal Manifesto?
    Puoi consultare la versione integrale a questo link
    Oppure scaricare il manifesto compilando questo form

    Il testo è sotto la licenza Creative Commons da Attribuzione Internazionale (CC BY 4.0).
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    Immagine di copertina di Yan Berthemy su Unsplash

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