La strana storia del rider “commercialista” dalla parte delle aziende

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su The Submarine. Clicca il pulsante in basso per leggere il testo completo.

    Bello fare i rider, vero? O, almeno, questo è ciò di cui provano a convincerci le principali aziende del settore, nonostante la cronaca racconti un umore ben diverso tra i lavoratori: turni massacranti, paghe ridotte all’osso, alto rischio di infortuni e poca tolleranza verso rimostranze sulle condizioni di lavoro — oltre che discriminazione da Trenord, per quelli di Milano.

    Sembra esserci solo un rider in Italia particolarmente soddisfatto e felice del suo lavoro: Emiliano Zappalà, che fa il rider a Roma. Sarà perché, a suo dire, guadagna addirittura dai 2 ai 4 mila euro al mese. Riporta così, sulla Stampa, Antonella Boralevi, in un articolo d’opinione che sta facendo molto discutere in queste ore:

    Aveva aperto uno studio di commercialista, il covid gliel’ha fatto chiudere. E lui, invece di chiedere il reddito di cittadinanza, si è messo a lavorare.

    Da quasi un anno, il Dottor Zappalà è un rider di Deliveroo. Cioè fa circa 100 chilometri al giorno in bicicletta, con un borsone giallo sulle spalle e consegna pizze e pranzi e spesa. Guadagna 2000 euro netti al mese e, certi mesi, anche 4000. Uno stipendio da manager. Ed è felice.

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