Un materialismo queer è possibile

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    Salvo eccezioni non prive di significato, né prive di consenso, la maggior parte dei movimenti e dei partiti di sinistra materialista e anticapitalista attualmente esistenti al mondo mostra sensibilità e impegno contro l’oppressione, la diseguaglianza e la violenza in tutte le loro forme, tra cui anche quelle di genere e sessuali. Tuttavia, se ciò è leggibile come parte di una più ampia e inequivoca presa di distanza da ogni analogia sia con le “ortodossie marxiste conservatrici”1Cfr. J. Butler, Meramente culturali (1997), in N. Fraser, Il danno e la beffa. Un dibattito su redistribuzione, riconoscimento, partecipazione, a cura di C. Lo Iacono, Pensa Multimedia, 2012., sia con le traduzioni più autoritarie delle ideologie comuniste, al contempo va segnalato che nessuno di questi movimenti o partiti può dirsi immune da una concezione dell’oppressione di genere e sessuale come un problema di ordine strettamente culturale. Ciò implica che la natura dell’impegno profuso dai movimenti e dai partiti della sinistra materialista e anticapitalista nei suoi riguardi – là dove presente – non è di tipo materialista, ma costituisce semplicemente una variazione sul tema dell’impegno già profuso dai corifei dell’ideologia dominante, cioè quella liberale. Anziché privilegiare esclusivamente la dimensione della tutela della libertà individuale, l’esponente di questo o quel movimento o partito anticapitalista tenderà a focalizzarsi maggiormente sulla tutela dell’eguaglianza, intesa però sempre in modo formale, in relazione all’eguale estensione di diritti da parte dello Stato, alla parità di trattamento giuridico, o alla ferma condanna delle varie forme di violenza e pregiudizio, intese, tuttavia, come fenomeni da deplorare in quanto contrari al “pluralismo etico”, o alla “civiltà”, e non come espressioni di un rapporto di forza da sovvertire.

    Questo significa che i partiti e i movimenti che si ispirano al materialismo e che mostrano sensibilità e impegno nei riguardi dell’oppressione, della diseguaglianza e della violenza di genere e sessuale derogano proprio all’analisi e alla critica materialista nei casi in cui si tratta di indagare le cause e le soluzioni di un’oppressione che precede, attraversa ed eccede quella di classe marxianamente intesa. Le volte non rare in cui si esprimono in proposito, infatti, mobilitano un lessico e un immaginario liberale che contrasta proprio con le premesse teoriche del materialismo. D’altronde, se per il materialismo le varie forme di oppressione, di diseguaglianza e di violenza sono prodotte dalla società, per il liberalismo fanno invece capo a “differenze” ritenute naturali, o naturalizzate al punto da essere politicamente irriducibili e inemendabili. Ma soprattutto, se il materialismo mira a sovvertire le diseguaglianze abolendo il rapporto sociale che le produce, il liberalismo le trasfigura invece in differenze suscettibili di riconoscimento giuridico, senza che ciò preveda alcun mutamento strutturale.

    Stando così le cose, sembra necessario chiedersi: perché il materialismo mutua dal lessico liberale le parole per contrastare l’oppressione di genere e sessuale? La mia risposta è che ciò accade perché il materialismo si rifiuta attivamente di estendere l’approccio materialista alla necessità di sovvertire la produzione sociale delle diseguaglianze di genere e sessuali – alla pari delle altre diseguaglianze sociali ed economiche –, ed esattamente come fa il liberalismo si limita a trasfigurare queste diseguaglianze in una serie di “differenze” o “diversità” intese come preesistenti a un rapporto sociale diseguale, sul quale la sinistra materialista e anticapitalista, alla pari del liberalismo, non si fa troppe domande. Il problema, tuttavia, è che il materialismo anticapitalista diventa in questo modo un’ancella del liberalismo. Mancando di pronunciare parole proprie sull’oppressione di genere e sessuale, il materialismo contemporaneo le mutua paradossalmente dalla razionalità liberale dominante, che è però responsabile dell’ingente quantità di danni sociali che un approccio materialista mira giustamente a contrastare. Il materialismo, così, tira acqua al mulino dell’ideologia contro cui si batte – e, paradossalmente, lo fa proprio quando cerca di rendersi utile ai fini del contrasto della nostra oppressione.

     

    Immagine di copertina di Nikolas Gannon su Unsplash

    Note

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