Invisibili, storia recente di ‘una donna’

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    È stato un periodo impegnativo per “una donna”: è stata nominata alla guida della banca centrale giapponese, di Facebook in Africa, di una squadra di pompieri in Francia, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, è stata eletta perfino alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Una pagina satirica di Wikipedia segnala le volte in cui, sui mezzi d’informazione di tutto il mondo, nel titolo di una notizia si parla genericamente di “una donna” senza farne il nome.

    “Dopo anni di silenzio, le conquiste delle donne sono rese invisibili dall’espressione ‘una donna’. Non riusciamo a sapere chi ha fatto cosa, e non siamo quindi in grado di dare a queste donne il giusto riconoscimento”, spiega l’attivista Sherine Deraz. Quando ci si fa caso la prima volta, si comincia a notare “una donna” dappertutto. “Una donna” ha tante nazionalità, molte professioni e infinite competenze. Ma non sono solo belle notizie quelle che la riguardano: in Italia “una donna” muore ogni due giorni, uccisa dal marito o dal compagno.

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