A Palermo, l’Ecomuseo Mare Memoria Viva sta affiancando le scuole nel periodo di chiusura

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su AgCult.

    Quando il 4 marzo è arrivato l’annuncio della chiusura delle scuole, con il dream team dell’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva qui a Palermo eravamo in piena preparazione della primavera: la stagione delle scuole, delle esplorazioni urbane, dei laboratori nei week-end, dell’arrivo dei turisti.

    Ci siamo subito detti “con le scuole chiuse noi possiamo essere di supporto alle famiglie del quartiere e accogliere qui i bambini”. Fa tenerezza pensarci oggi. La settimana dopo il Comune chiudeva il museo, che a oggi (21 giugno) è ancora chiuso.

    Riguardo il calendario digitale con tutte le attività previste e annullate di marzo, aprile, maggio, giugno e penso alla fragilità e alla bellezza di un battito d’ali.

    “Autunno. Da qualche parte nel Michigan, una colonia di farfalle monarca formata da circa quindicimila esemplari inizia la sua migrazione annuale verso sud. Nel giro di due mesi, da settembre a novembre, queste farfalle si sposteranno, un battito d’ali per volta, dal sud del Canada e degli Stati Uniti verso alcune aree del Messico centrale, dove passeranno l’inverno. Si posano tra di noi, sui davanzali e le inferriate, sulle corde del bucato steso ad asciugare ancora sbavate dal peso degli abiti appena stesi, sul cofano di una Chevy blu ormai stinta, con le ali che si ripiegano lentamente, come per deporsi, prima di schioccarle una volta sola e aprirsi al volo. Basta una notte di gelo per sterminarne un’intera generazione. Vivere diventa allora una questione di tempo, e di tempismo”.

    Sono passi di Ocean Vuong, “Brevemente risplendiamo sulla terra”, una delle letture che mi ha accompagnato in questi mesi di lockdown. Questa immagine di farfalle migratorie, che si muovono insieme in massa come a resistere, nell’essere unite, alla loro estrema debolezza, mi è rimasta impressa dentro e la trovo molto adatta a ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo con la pandemia, la consapevolezza della vulnerabilità e il bisogno di essere insieme.

    Note

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