I volti del Camp cheFare

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    Questa serie di ritratti fotografici, affiancati da still life, sono stati eseguiti dalla fotografa Valentina Sommariva, durante il Camp organizzato da cheFare a Milano tra il 24 e 25 novembre 2015 a Base in zona Tortona. Di questo incontro, del suo senso e di cosa è successo durante quelle ore, ne abbiamo parlato diffusamente attraverso due articoli, uno di Tiziano Bonini, l’altro di Ivan Carozzi.

    Qui basti ricordare che per due giorni abbiamo coinvolto i finalisti della terza edizione del nostro bando, i progetti selezionati dal bando IC – Innovazione Culturale – di Fondazione Cariplo e alcuni rappresentanti di istituzioni bibliotecarie e museali selezionati da Fondazione Cariplo; una cosa di per sé inusuale, perché solitamente diversi percorsi non comunicano tra loro. Proprio per questo, invece, abbiamo voluto coinvolgerli e attivarli in una medesima sede. L’obiettivo che ci siamo dati con il Camp è stato quindi quello di mettere in contatto persone e idee con esperienze differenti alle spalle ma affini per attitudine, creando le condizioni per poter approfondire i modi e le strategie di collaborazione e partnership tra realtà diverse.

    Queste fotografie vogliono testimoniare il lavoro che è stato fatto ma soprattutto intendono raccontare i progetti e i protagonisti che li animano. A questo proposito, abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di descrivere gli oggetti con i quali si sono rappresentati per chiarire maggiormente le loro scelte e i loro obiettivi. Dietro a ogni progetto c’è una squadra di persone che si impegna nell’elaborazione e nella realizzazione di un’idea. Quale occasione migliore, quindi, per dare un volto a questi autori e una forma ai progetti?

    Foto di Valentina Sommariva

    Si tratta di tre libri che hanno influenzato la nostra visione del mondo.
    Storia della proprietà intellettuale, da Gutenberg a Google parla della nascita della pirateria come movimento controculturale a tutela della libertà degli individui. Flatlandia parla di come in un mondo a due dimensioni appaia qualcosa di strano, un cerchio capace di mutare il proprio diametro, di apparire e scomparire. La vicenda evolve fino alla comprensione della natura “tridimensionale” di questa entità, in un mondo piano, a due dimensioni (la sfera interseca il piano della realtà muovendosi attraverso di esso, appare e scompare, o modifica le dimensioni del diametro). Il terzo è Antifragile, prosperare nel disordine, un libro che affronta il tema delle strutture /organizzazioni /processi capaci non solo di adattarsi ai mutamenti del contesto, ma di trarre vantaggio da questo.
    Foto di Valentina Sommariva

    Le cuffie, perché la musica è il nostro punto di partenza; il melograno, perché resiste e germoglia nelle condizioni più difficili; il pennello, per lasciare una traccia nella città; il gomitolo e la torcia, per non perderci nel labirinto e perché la costruzione di una via d’uscita è un processo collettivo fatto di nodi che si intersecano e si sostengono a vicenda; il pongo, per unire i pezzi e costruire qualcosa di nuovo; la penna, per non lasciarsi raccontare da altri. E infine la boccetta serve a ricordarci ogni giorno cosa è «reale ed essenziale, nascosto, ma in piena vista», per continuare a ripeterci che «questa è l’acqua».
    Foto di Valentina Sommariva

    I nostri oggetti rappresentano la nostra storia, le nostre attività ed il nostro passato, presente, futuro. Un burattino, presente nel nostro passato, tiene in mano una cartina Italiana in cui si possono notare le città dove vorremmo esportare Tournée da Bar nel nostro futuro. Sulla cartina sono appoggiati, nel presente, un cappello da cantastorie e un piccolo carillon di legno a rappresentare parole e musica, e il fondale è colorato come una scenografia. Per trasportare gli oggetti abbiamo utilizzato una cassetta di frutta/palcoscenico: il contenitore perfetto per le attività del nostro passato-presente-futuro!
    Foto di Valentina Sommariva

    Palloncino giallo: uno dei cento palloncini gonfiati ad elio per far volare una piccola telecamera al di sopra della Piana e girare la serie di video IL CIELO SOPRA LA PIANA
    Pezzo di asfalto dipinto di azzurro: residuo della pavimentazione della PIANA interamente ricoperta con grandi fiori colorati ad opera della cittadinanza. Biglie di vetro: il più bel gioco da piazzale mai creato.
    Bindella: usata come un righello gigante per progettare svariate installazioni sulla grande “tela bianca” della PIANA.
    Foto satellitare della zona: LA PIANA e il Teatro Ringhiera si trovano in una lingua di città che, seppur molto prossima al centro, si estende fra i campi del Parco Agricolo Sud.
    Campione di semi: in primavera migliaia di semi portati dal vento invadono LA PIANA. Corrono sulla sua sconfinata superficie liscia e vuota producendo lo stesso rumore delle onde sul bagnasciuga.
    Gessetti colorati da piazzale: gessetti a misura di PIANA in bicchierini di plastica, autoprodotti dai ragazzini del quartiere.
    Tavoletta di legno fuxia stinta: una delle 50 “etichette” per i relativi alberi da frutto che da 3 anni sono coltivati sul terrazzo del Teatro Ringhiera, in attesa di essere trapiantati sulla PIANA.
    Foto di Valentina Sommariva

    MyHomeGallery rappresenta la chiave che apre le porte ad una nuova esperienza artistica, culturale e di viaggio.
    La composizione raccoglie alcune opere di artisti e le mescola ad una guida turistica e a una matita, oggetti che non possono mancare nello zaino di un viaggiatore. Ogni opera è della dimensione di una tradizionale cartolina, dove arte e viaggio trovano un’efficace sintesi narrativa.
    Questo a simboleggiare che le case degli artisti, i loro spazi di vita e di lavoro, hanno un ruolo fondamentale nella valorizzazione dei territori in cui si trovano: sanno comunicare non solo attraverso le opere, ma soprattutto attraverso le relazioni e le atmosfere. Proprio come accade durante un viaggio.
    Foto di Valentina Sommariva

    Il nostro Still Life ha lo scopo di raccontare la natura stratificata e complessa del progetto Xanadu. Innanzitutto l’incrocio dei diversi linguaggi, la letteratura, il fumetto, le immagini, la musica come indispensabili per una promozione della lettura che tenga conto dei diversi strumenti di decifrazione dei ragazzi, ma anche delle sempre più raffinate tecniche di comunicazione di massa. “Leggere” non deve significare soltanto saper decifrare un testo scritto, ma riuscire a interpretare, attraverso la competenza di diversi linguaggi, sé stessi e il mondo che ci circonda. Inoltre Xanadu aggiunge un approccio pedagogico innovativo per la promozione della lettura, che ha le sue basi filosofiche nella scuola laboratorio e nell’importanza di curiosità e passione. Infatti gli incontri partono dai nuclei d’interesse dei ragazzi e dal loro immaginario per sviluppare, in una modalità dialogica e collaborativa, reti di conoscenze attraverso il confronto su temi o argomenti che le nuove storie suggerite offrono.
    Foto di Valentina Sommariva

    La composizione rappresenta il senso dell’Assessorato alle Piccole Cose: la
    piccola dimensione, la territorialità, la cura delle e nelle relazioni, la
    valorizzazione delle competenze e capacità locali, la ri-costruzione e
    ri-scoperta dell’identità del quartiere Leuca, la ricchezza e la varietà delle
    iniziative e dei progetti in corso.
    Foto di Valentina Sommariva

    Un quaderno verde, un pannello solare, una tazza di caffè e un foulard. Ciascuno di questi oggetto ha un significato particolare e rimanda a un preciso progetto di cambiamento, come quelli mappati nel portale di Italia Che Cambia: il quaderno verde e il pannello solare ricordano progetto Green Jobs di Fondazione Cariplo con InVento lab e JA per promuovere la cultura e la diffusione delle conoscenze green nei Licei, la tazzina rimanda a progetti di economia circolare per riutilizzare i fondi di caffè nel parco Agricolo Sud di Milano. Il foulard infine è un esempio di collaborazione intergenerazionale per la creazione di una start up in ambito artistico.
    Foto di Valentina Sommariva

    I 3 elementi scelti da “Officina Fundraising” sono: il libro “Vita Activa” di H. Arendt, una pinza meccanica e il volantino che aggrega tutte le realtà sociali e culturali che costituiscono il network del progetto. Il testo racchiude lo spirito del progetto che interpreta ed intraprende la cultura come azione nello spazio pubblico e quindi come possibilità politica di pratica di cittadinanza partecipata. La pinza richiama il concetto di officina e di laboratorio aperto che necessita di strumenti , ingegno e talento per la produzione di nuove pratiche culturali e politiche. Infine la locandina non ha valore per il marchio ma perché contiene e rappresenta l’aggregazione di persone e di “Vita Activa” che è il percorso intrapreso.
    Foto di Valentina Sommariva

    Il diritto di salvaguardare le voci.
    L’arte urbana e i progetti di stampa artigianale.
    Trasformare le città. Lavorare con le mani. Collaborare per creare qualcosa che prima non c’era. Gli oggetti selezionati parlano un po’ di questo.
    Foto di Valentina Sommariva

    Una giovane pianta che cresce, proprio come i giovani artisti che insieme a noi crescono e iniziano un percorso professionale. La tela tonda e la tela quadrata che richiamano giocosamente il nome di Circoloquadro e parlano della nostra passione, dell’arte e degli artisti. La tabella perché i sogni per essere realizzati hanno bisogno di pazienza, ordine e pianificazione.
    Foto di Valentina Sommariva

    Il melograno è simbolo di fecondità ed energia vitale, è composto da semi, ha un sapore aspro e dolce ed un bellissimo color magenta.
    Il magenta è il colore della nostra storia.
    In Alice’s Adventures in Wonderland una bambina, inseguendo un coniglio bianco, si ritrova in un mondo magico, con personaggi incredibili e luoghi straordinariamente assurdi.
    Il nostro progetto è fatto di storie, luoghi magici e persone.
    Interno domestico è un libro che parla di abitazioni private che ospitano esposizioni d’arte. È il ritorno al grado zero dell’esperienza dell’arte, che pone in primo piano l’opera e l’osservatore. Questo modo di vedere è a noi molto vicino.
    Foto di Valentina Sommariva

    A una città come Milano le mappe stanno strette. Troppe storie da raccontare, troppi luoghi da vedere, troppi mondi dentro altri mondi. Come raccontare tutto questo? Coi DramaTours! Raccogliamo le storie dei luoghi e le trasformiamo in tour itineranti unici, coinvolgenti ed emozionanti, in cui sia i turisti che i residenti diventano protagonisti. La Città indossa il mantello, simbolo dei personaggi dimenticati ma anche delle personalità più misteriose che hanno fatto la storia dei luoghi che amiamo. Insomma, la Città è in Scena!
    Foto di Valentina Sommariva

    Bepart invade le città di tutto il mondo con contenuti culturali in realtà aumentata direttamente negli spazi urbani. I progetti e le idee prendono vita a basso costo e vengono diffuse fra i cittadini. Noi, una mappa e tutta la nostra creatività prendono forma attivando processi di prototipazione social.
    Foto di Valentina Sommariva

    Streamcolors srl Impresa Sociale è nata grazie al bando Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo per ideare installazioni emozionali che, grazie alle nuove tecnologie (da qui la scelta del computer), possano generare audience development e audience engagement dentro e fuori dai musei. Vogliamo raccontare in modo nuovo la cultura remixandone i contenuti (perciò ci sono le carte con grafica astratta) dando alle persone la possibilità di vivere un’esperienza interattiva unica grazie alla quale anche creare e acquistare prodotti nati dalla propria rielaborazione, da qui il catalogo della moda.
    Foto di Valentina Sommariva

    Il libro è per noi l’oggetto più rappresentativo, l’elemento intorno al quale si costruisce la nostra “tribù”. In questo caso ne abbiamo scelto uno che raccoglie storie di librai indipendenti, perché Tribook valorizza il loro ruolo di ricerca e di selezione all’interno della vasta offerta editoriale (da qui la lente di ingrandimento) per orientare al meglio il lettore (ecco perché abbiamo usato la bussola). La bicicletta richiama invece il mezzo, ecologico e sostenibile, con cui effettuiamo le consegne.
    Perché una fionda? Perché siamo come Davide contro Golia, e conviene che ci armiamo.
    Foto di Valentina Sommariva

    Sono oggetti sempre presenti in una serata di Teatroxcasa. L’attore è un viaggiatore: un giubbino, comodo, contro la pioggia, e un cappello per non tradire l’aspetto vintage del racconta storie. Chiede alla casa dove entra solo una fonte di luce così che ci si possa guardare in faccia.
    Chi apre la sua casa al teatro invece pensa a un altro rito, quello dell’ospitalità: cucina qualcosa di semplice che metta d’accordo tutti e appena arriva il pubblico apre la bottiglia di vino.
    Il tutto in allegria, in comunione, circondati da sorrisi brillanti come un sole giallo che ricorda un mandarino.
    Foto di Valentina Sommariva

    Non appena terminato lo scatto, ho chiesto a Valentina di farmi vedere lo scatto con cui aveva ripreso gli oggetti scelti e mi sono meravigliato come in fondo la scelta fatta parlasse di me in maniera concreta e diretta.
    I tag che metterei in quella foto sono: socialità, precisione, concretezza.
    Lo smartphone è ormai una prosecuzione del mio braccio. tra mail, social network, instant messaging, calendario e sveglie varie è un mio prezioso alleato con cui restare in contatto con tanti amici, colleghi, fornitori, partner e allo stesso tempo destreggiarmi tra mille impegni quotidiani (mostre, opening, allestimenti, contest, installazioni ma anche tasse da pagare, scadenze, raccomandate, etc).
    L’analisi e l’approfondimento grazie al mio blocco appunti! Amo la tecnologia per la sintesi ma carta e penna per l’analisi e la creatività: solo su un foglio riesco a depositare, riassumere e a schematizzare con frecce, grafici e disegni tutto quello che ho in mente.
    La bolla è uno strumento del mestiere, anche lì in maniera veloce e precisa riesco a verificare se tutto è a posto… e se proprio insiste qualche sbavatura… il biadesivo è un prezioso alleato!
    E la sciarpa? è una sorta di coperta di linus, non è sempre la stessa ma che sia di lana, cotone, lino è un tipo di accessorio che mi “accompagna” per una gran parte dell’anno!
    Foto di Valentina Sommariva

    TuoMuseo nasce per creare un portale che raccoglie tutti i luoghi della Cultura su un’unica piattaforma digitale, gratuita e seo friendly che incentiva la visita in loco grazie all’offerta di esperienze coinvolgenti. Ecco il progetto disegnato con 3 oggetti:
    – una guida turistica: rappresenta il patrimonio culturale delle città e dei borghi della nostra Italia che vogliamo mettere online per promuovere la Grande Bellezza.
    – una cartina: sta ad indicare la nuova rete di luoghi e di società che favoriranno il turismo culturale.
    – un joystick: vuol essere il simbolo del cambiamento e dell’innovazione. Simboleggia la Gamification, l’elemento ludico che caratterizza il nostro progetto.
    Foto di Valentina Sommariva

    La guida dei musei dell’oltrepò mantovano, un melograno, una pera. La cultura del territorio è costituita dai suoi prodotti, siano essi luoghi, oggetti o frutti, comunque raccontano della terra dalla quale provengono. Lo stesso vale per le persone, intrise di quella stessa cultura fatta di cose materiali, di cibo e paesaggio, di cordialità e lavoro duro. Nell’Oltrepò ci devi arrivare, non ci passi per caso!
    Foto di Valentina Sommariva

    Gli oggetti della composizione richiamano contenuti e valori che rappresentano una rete di musei.
    Il piccolo tappeto è un oggetto di artigianato valtellinese (“pezzotto”) composto da strisce di vari tessuti colorati intrecciati, proprio come una rete di musei è un insieme di realtà museali diverse che si compongono e coordinano. Il piccolo taccuino da viaggio rappresenta il racconto e l’esperienza che ogni museo dovrebbe far vivere ai visitatori attraverso gli oggetti della collezione. Il terzo oggetto, il curvimetro, utile per misurare i percorsi sulle cartine topografiche, rappresenta simbolicamente il territorio dei quali i musei devono essere espressione, un territorio da conoscere e “misurare” con intelligenza.
    Foto di Valentina Sommariva

    Tra contemporaneità e vissuto quotidiano. Così gli oggetti presenti nello still life, scelti anche in modo casuale, mi rappresentano riflettendo i mondi che frequento per professione e vita; lettura, libri, digitale, fotografia, scrittura, arte, il tutto condito da spruzzate di periferia vera… e da qualche infame dolce. Oggetti che peraltro (magari non tutti inseme) mediamente bazzicano sempre nei miei zaini (avete presente le tasche di Eta Beta?).
    Foto di Valentina Sommariva

    Ho portato oggetti che illustrano la mission del Pertini: non solo biblioteca ma anche centro di aggregazione, di sviluppo dei saperi e del saper fare.
    Ecco perchè ho portato un libro per ragazzi in lingua araba (incontro con culture diverse) ed oggetti realizzati dal nostro laboratorio Hubout MakersLab con stampante a 3D.
    Foto di Valentina Sommariva

    Ho pensato molto a cosa potesse rappresentarmi e ho provato ad immaginarmi con degli oggetti e con dei colori. Mi piacciono molto i gialli e gli arancioni, i colori fanno parte della mia vita. La mia passione sono gli albi illustrati e in particolari quelli senza parole. Ho portato quei libri di artisti che sento vicini nel loro modo di rappresentare: Massino Caccia, Iela Mari e Kveta Pacovska. Ma sono libri che abitualmente uso nella promozione e nell’animazione della lettura. Hanno una bella grafica, sono inconsueti per gli elementi che li compongono (uso della copertina, confezione editoriale, grafica, narrazione, tipo di carta, …). Suggeriscono che il segno ci rappresenta, la traccia, che lasciamo, racconta sempre qualcosa di noi. Mi piacciono questi libri. Mi piace l’arancia. mi piace il gusto dell’arancia, mi piace che sia un alimento anti ossidante. Mi piacciono gli occhiali, sono sempre molto attento al colore ma anche alla forma, mi servono per vedere cioò che piccolo e piccolissimo. Il taccuino è per me la quotidianità, dove annoto i pensieri di chi incontro, ma anche i mei appunti e i mei pensieri, non potrei farne a meno.
    Foto di Valentina Sommariva

    Gli oggetti che ho scelto mescolano prospettive insolite o panorami inconsueti per rappresentare il senso e l’uso di una biblioteca oggi.
    La biblioteca pubblica nel terzo millennio diventa luogo accessibile e dell’accessibilità al sapere, contaminazioni di mondi in uno spazio di socialità, che offre ogni giorno gli strumenti per comprendere la società adoperandosi per migliorare la qualità di vita delle persone.
    Oggetti:
    Occhiali. Necessari alla vista, come le biblioteche al sapere: senza gli strumenti giusti (e diversi) non si riesce ad accedere alla conoscenza.
    Tablet e e-reader. Non solo libri in biblioteca ma tecnologia, e corsi di alfabetizzazione.
    Narratè. Un nuovo modo di fruire i contenuti culturali, leggendo un racconto nel tempo di infusione di una bustina di tè. La biblioteca è piacere e socialità.
    Libri dal titolo evocativo: biblioteche sono “tutta un’altra storia”, sono “piazze del sapere” che strappano dalla solitudine e dal disagio del non-sapere.
    Foto di Valentina Sommariva

    Ci sono due elementi molto fisici, un gomitolo di lana e una roccia vulcanica. Materiali e consistenze diverse, come diversi sono i modi di usare la biblioteca e diverse le persone che si incontrano.
    La roccia vulcanica fa anche riferimento alla forza demiurgica della natura e quindi alla creazione di qualcosa che prima non c’era.
    C’è poi un pupazzo animato (la biblioteca come luogo di animazione e aggregazione dei bambini) e infine un libro, “L’uomo artigiano” di R. Sennett. In questo senso si vuole pensare alla biblioteca non solo come luogo del sapere, ma del saper fare, della trasmissione delle conoscenze fra persone e della creazione di gruppo.
    Foto di Valentina Sommariva

    La composizione vorrebbe riassumere alcuni aspetti fondanti del progetto Tirafuorilalingua che ho rappresentato al Camp in veste di coordinatore del sistema bibliotecario della Valle Seriana (Bg), capofila progettuale.
    Il libro Gli Altri è una storia perfetta per parlare di luoghi comuni, punti di vista, pregiudizi, sensibilità e tanto di quanto ci attraversa la mente e gli occhi ogni volta che proviamo a pensare a chi sono “gli altri” per ciascuno di noi. E proprio al “altri-da-noi” abbiamo voluto rivolgerci con il progetto Tirafuorilalingua. Gli altri che vengono da altri Paesi, gli altri che non sono ancora utenti della biblioteca, gli altri che magari non la pensano come noi, gli altri che ci abitano vicino ma prima di stasera non avevamo mai salutato…
    Il filo vuole parlare dei tanti legami e delle relazioni che si sono create grazie alle attività messe in atto, ma vuole anche significare reti che ci legano e ci intrappolano se sostenute da pregiudizi, da considerazioni statiche e non curiose rispetto alla comunità che ci circonda.
    Le chiavi parlano della possibilità di accedere ad altri mondi con grande facilità se usi la chiave giusta. Parlano di password che proteggono, chiudono o spalancano, parlano delle porte che abbiamo provato ad aprire o anche soltanto a socchiudere e di quello che abbiamo trovato, spesso felicemente sorpresi.
    I semi parlano nemmeno troppo metaforicamente di cibo, anzi di cibi. Parlano di pluralità. Di diversi modi di lavorarli e di mondi diversi che parlano dello stesso cibo quotidiano. Parlano di pani che lievitano e sono commestibili soltanto se qualcuno ha sapientemente innescato e controllato un processo di fermentazione e lievitazione e cottura. Altrimenti se le cose sono state fatte maldestramente tutto potrebbe ammalorarsi e non riuscire. Oppure i semi potrebbero continuare a rimanere inerti e dormienti per secoli. Ci vuole una buona intenzione e motivazione perché tutto riesca e questo è quello che ci ha mosso nel percorso di questi anni di progetto Tirafuorilalingua.
    Foto di Valentina Sommariva

    Nella composizione scelta proponiamo prodotti di consumo che appartengono alla vita quotidiana e che possono facilmente essere acquistati online, accomunati da un filo conduttore “giallo”. Il denaro rappresenta le risorse economiche che Yellow è in grado di generare e trasferire a cause ed enti culturali nel momento dell’acquisto dei prodotti “marcati” in giallo.
    Volevamo comunicare con chiarezza e semplicità la catena del valore di Yellow, senza per un volta scomodare il cause related marketing, il fundraising online, la costruzione di un brand affidabile e riconoscibile, e la passione che ci anima.
    Foto di Valentina Sommariva

     

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