Quando dalla redazione di cheFare ci hanno proposto di scrivere un pezzo che raccontasse l’importanza di essere piccoli, festival che da otto anni cocciutamente proponiamo nei borghi e nei boschi dell’Appennino tosco-emiliano, abbiamo pensato che era questa l’occasione preziosa per riflettere con autenticità sul senso del nostro lavoro, per capire davvero dove stiamo andando.
In un momento storico in cui molti intellettuali si stanno domandando come reagire a questo vilipendio della parola, a questa mostra di fauci e muscoli rilanciati e condivisi in continuazione, senza pace, dai media, noi crediamo di trovare la risposta giusta da dentro la poesia.
Ora proviamo a spiegarci e lo facciamo trascrivendo alcune parole del poeta Pierluigi Cappello, le prime sono tratte da una bella intervista tenuta da Gianluigi Colin sul Corriere della Sera dell’agosto del 2010
«La poesia è una forma di resistenza perché ti insegna a sentire le cose senza appropriartene: illumina le cose da dentro e le libera. La vera poesia in qualsiasi modo si esprima è sempre fuori mercato. Per questo è pericolosa e disturba il potere»
Ne siamo convinte, ne siamo certe, innanzi tutto perché le parole non sono ininfluenti, ma anzi sono quello che informa il nostro pensiero e, dunque, la nostra azione. Per questo è importante partire dalla poesia, perché, come diceva Pierluigi nella conversazione con Martina Zadra e Gabriele Zobede, “il cardine di tutto quanto è, proprio nel suo significato etimologico, il concetto di responsabilità che porta con sé la parola. E questo concetto si pone in maniera gratuita, disarmata, in opposizione invece all’irresponsabilità con la quale le parole vengono spesso usate.”
La nostra azione dunque ha radice nella nostra parola. La nostra idea di comunità, di possibilità, di alternativa, di polis, di lotta persino, parte interamente da lì. Da un affidarsi alla poesia non come un astratto regno dell’aulico, ma come azione nel mondo. Che ovviamente non è limitata solo ai versi o parole in rima sulla pagina, ma attiene allo stare dentro a una domanda urgente, forse spietata, che ti ricolloca nel mondo con una sensibilità più viva, scorticata. Significa che se ti senti a disagio in quello che fai, se non ti riconosci più nelle tue azioni, nella tua etica del lavoro, allora è importante fermarsi e cambiare rotta, invertire la marcia, perché la tua azione potrebbe peggiorare lo stato delle cose, la qualità della vita.
Attraverso il lavoro culturale dell’associazione SassiScritti, che non è concentrato solo nel periodo estivo ma che cresce e resiste anche nei mesi più duri dell’inverno con laboratori, seminari e incontri, ribadiamo questa convinzione dedicando questa edizione del festival, che si terrà dal 2 al 5 agosto, proprio a Pierluigi Cappello. Rifacciamo nostre dunque alcune sue riflessioni dell’intervista citata, realizzata in occasione dell’uscita del libro Mandate a dire all’imperatore – titolo che rovescia quello di un racconto kafkiano, “quando la poesia ha preso forma, mi è venuto di pensare anche agli stiliti, agli eremiti dell’Anatolia che mandavano continui moniti agli imperatori d’oriente, continuamente inascoltati. È affascinante la figura di questi stiliti, che hanno costituito una strada che poi, abitando, riempiendo di sé il deserto, è una strada che ha informato parte dell’oriente. È come se lo spazio della creatività, lo spazio dell’originalità si fosse ritratto dai centri, soprattutto oggi, e fosse nascosto, fosse alla macchia e vivesse, respirasse nelle periferie”. Anche noi, insieme alle centinaia di persone del pubblico che segue L’importanza di essere piccoli, le decine di artisti che ci accompagnano negli anni, gli abitanti dei borghi deserti, i boschi franosi dell’Appennino, le strade malmesse ma tenacemente percorse, abbiamo un messaggio per l’imperatore. E il messaggio non solo è un monito, ma un fatto: l’arte, la cultura, la condivisione, la cura – non si fermano e non si asservono al potere e alla violenza del linguaggio. Continuano a lavorare cercando di avvicinarci come rabdomanti alla sorgente della bellezza, a rimanere umili dentro l’ascolto, a ribadire l’importanza delle cose fragili, che si sgretolano in fretta. Ad aprirci giorno dopo giorno quel porto, a tratti sepolto, che è il nostro cuore.
Per il programma completo di questa edizione: http://www.sassiscritti.org/2018/06/25/in-attesa-de-limportanza-di-essere-piccoli-2018/ e https://www.facebook.com/LimportanzaDiEsserePiccoli/.
In copertina una fotografia di Guido Mencari. I video sono di pupillaquadra