baumhaus è un network di realtà che vuole trasmettere, creare, contaminare e diffondere il potenziale creativo per reimmaginare – attraverso spazi di agibilità fisici e virtuali – l’accessibilità alla cultura. baumhaus nasce dal consolidamento di una rete che include realtà presenti da diverso tempo sul territorio bolognese: SMK Videofactory, la crew hip hop On The Move, il portale Distribuzioni Dal Basso, la rivista online Bolognina Basement, e il festival di quartiere BAUM – Bolognina Arti Urbane in Movimento.
baumhaus si propone come soggetto innovativo nell’ambito della formazione con l’obiettivo di integrare l’offerta didattica tradizionale offrendo nuove opportunità per ragazzi e ragazze a rischio dispersione scolastica, e non solo, proponendo percorsi – condotti da professionisti del settore – in cui sia possibile implementare e acquisire competenze tecniche, attitudini creative, ampliare la conoscenza di specifici ambiti legati alle culture urbane e individuare strumenti di espressione e di lettura critica del presente. Lo spazio fisico baumhaus verrà pensato con adolescenti e pre-adolescenti del Quartiere Navile e in particolare della Bolognina (prima periferia di Bologna), ma sarà aperto a tutti, come luogo che permette l’incontro, facilita il contatto e favorisce la collaborazione tra le diverse generazioni.
Allo stesso tempo baumhaus vuole essere un catalizzatore di flussi culturali da e verso l’esterno, capace di connettere le iniziative di formazione all’ambito della produzione di cultura e della sua diffusione, anche grazie alla presenza di Distribuzioni dal Basso, un progetto di distribuzione che opera su due livelli: on-line, tramite un portale di diffusione on demand di documentari, libri e progetti musicali e off-line, attraverso una rete nazionale di associazioni, cinema d’essai, gruppi territoriali e scuole con cui vengono organizzate presentazioni e dibattiti su temi di interesse sociale, culturale e politico.
L’internazionalizzazione della piattaforma Distribuzioni dal Basso permetterà di consolidare a livello europeo un modello distributivo già funzionante ed economicamente sostenibile per le opere audio, video ed editoriali licenziate in creative commons, favorendo la diffusione di una cultura aperta anche tra i più giovani e connettendo la dimensione locale con quella europea.
baumhaus è un network di realtà – ciascuna con le sue specificità – che, ponendosi collettivamente la questione del reddito, intende uscire dal circuito del lavoro volontario, creando al contempo lavoro anche per i non soci. baumhaus si propone di trovare un’alternativa collettiva alla risposta individuale alla precarietà creando nuove prospettive di collaborazione e progettualità per la comunità di riferimento, per i ragazzi/e coinvolti attraverso i laboratori e per i giovani creativi. Le entrate economiche per i percorsi proposti da baumhaus provengono da un lavoro di responsabilizzazione territoriale e locale realizzato attraverso diversi strumenti, tra cui il crowdfunding nella sua declinazione civica, percorsi di compartecipazione – progettuale ed economica – delle famiglie, delle comunità coinvolte e delle imprese del territorio e dalla vendita di servizi e spazi di lavoro.
Allo stesso baumhaus prova a sperimentare modelli innovativi di sostenibilità economica basati sullo scambio alla pari tra competenze ed opportunità: professionisti del settore creativo e non solo potranno infatti accedere a spazi di lavoro polifunzionali mettendo a disposizione la loro esperienza in workshop e percorsi formativi rivolti ai ragazzi del territorio. Una parte della sostenibilità deriva, infine, anche da finanziamenti pubblici, regionali, nazionali ed europei.
Parlare di “redistribuzione delle opportunità”, principalmente per gli adolescenti, e sperimentare modalità innovative e accessibili di fruizione della produzione culturale (e di protagonismo creativo all’interno di essa) non ha solamente un effetto nel contrasto alla dispersione scolastica, ma – sulla scorta dell’esperienza del Laboratorio On the Move – sappiamo che può influire sulla consapevolezza rispetto ai diritti di cittadinanza e sulla riduzione dei fenomeni di isolamento sociale. U
n’alta percentuale dei ragazzi segnalati dai servizi educativi o direttamente dalle scuole, infatti, sono ragazzi di “seconda generazione” ovvero nati in Italia da genitori migranti oppure migrati in giovane età, che – a causa del vincolo rappresentato dal permesso di soggiorno – spesso si trovano a dover accettare qualsiasi percorso formativo, a prescindere dai bisogni e desideri individuali, purché agevoli un rapido inserimento nel mondo del lavoro.
Sappiamo bene che la questione del lavoro oggi riveste un’importanza primaria, ma sappiamo anche che la trasmissione di competenze slegata dalla conoscenza, dalla capacità di pensare, di pensarsi e di immaginarsi al di là di un futuro predestinato, non è che un ostacolo alla costruzione di una società più giusta per tutti. baumhaus intende agire in concerto con le scuole e i servizi, riconoscendo però che molto spesso gli esperimenti più significativi in termini di nuovo welfare nascono in luoghi e attraverso percorsi non convenzionali. Garantire l’accesso privilegiato ai ragazzi e alle ragazze che – pur non presentando problemi di rendimento – non potrebbero permettersi di investire in percorsi extra-scolastici di qualità è importante tanto quanto agire sul fenomeno della dispersione.
Partecipare al bando cheFare è stata quindi l’occasione per sperimentare e calare il nostro progetto in una dimensione immediatamente pubblica, fatta di incontro e confronto con interlocutori diversi tra di loro e di creazione di (con)senso. La campagna di comunicazione sui social, i diversi eventi di presentazione del progetto ma, soprattutto, i banchetti dislocati per la città, ci hanno permesso di aprire per la prima volta le porte di baumhaus, di raccontare chi siamo ma soprattutto cosa vorremmo fare, esponendoci quindi a critiche, suggerimenti e ad apprezzamenti nel momento in cui dovevamo trasmettere il senso e “i perché” del progetto e della partecipazione a questo bando.
Ora che abbiamo vinto ci sentiamo ancora più responsabili nei confronti di chi ci ha sostenuto e costruirà con noi la casa delle arti urbane e della cultura open. La vittoria ha rappresentato per noi la possibilità di dare nuova energia, nuovo impulso a progetti che stiamo portando avanti da anni, farli esplodere in una dimensione pubblica più ampia e più eterogenea (e quindi più complessa) perché nuovi saranno i protagonisti e le realtà con cui ci confronteremo: significa quindi dare concretezza alle possibilità di partecipazione e di produzione creativa di quei ragazzi e quelle ragazze troppo spesso ai margini del discorso pubblico e politico.
Immagine in copertina di Michele Lapini