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    Matera non può diventare Capitale europea della Cultura 2019 se le librerie sono costrette a chiudere per l’aumento dei costi dei fitti, o, al meglio, lasciare le loro sedi storiche ed essere costrette cercare altrove nuove locazioni, per lasciare il posto magari a fast food. Una libreria non è un negozio, ma un luogo fisco di aggregazione e promozione culturale”.

    Così Alessandro Laterza, editore di un’importante casa editrice, peraltro del Sud, da sempre impegnata a valorizzare il patrimonio di cultura meridionale, vicepresidente della Confcommercio, nell’agosto del 2019 inveiva con un tweet, aprendo le porte a un’ampia discussione riportata sulle principali testate nazionali. Partiamo da questo episodio perché due importanti librerie della città, la Libreria dell’Arco, fondata nel 1990, collocata nella storica Piazza Ridola, di fronte a palazzo Lanfranchi, e la Libreria Mondadori bookstore, aperta da un ex socio della Libreria dell’Arco su via del Corso, sono costrette, a breve distanza di tempo una dall’altra, a cercare una nuova sede per l’eccessiva esosità dei valori immobiliari dei locali in centro, innescati dal processo di Matera 2019.

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