Un barchino azzurro si stacca dal pontile, dalle casse dello stereo si sente il suono aggressivo di un pezzo trap ad alto volume. Appena fuori dalla banchina, il motore accelera, il barchino si allontana da Burano, affollatissima di turisti che si fanno selfie davanti alle casette colorate in un pomeriggio di fine estate. L’appuntamento è a San Francesco del Deserto, isola abitata solo da alcuni frati francescani che si dedicano all’agricoltura. Pian piano altri barchini entrano nello stretto canale, rallentando. Ormeggiano, ragazzi e ragazze scendono, si salutano, si stendono sul prato. Gli stereo, da cui pochi istanti prima uscivano le note di Vale Pain di Sfera Ebbasta, o del rapper local Vinnie The Don, vengono spenti. «Qui possiamo stare, ma non possiamo ascoltare la musica», mi spiega Federico mentre lega la barca all’anello, indicando con un sorriso il cartello che compare all’entrata dell’isola di San Francesco, che segnala come questa sia una «zona sacra e di preghiera».