Negli ultimi anni la cultura ha occupato un posto di primo piano nell’agenda dell’Unione europea, il cui valore è stato riconosciuto in termini di sviluppo economico, coesione sociale e relazioni internazionali. Eppure è più di un decennio da quando ogni sforzo ufficiale è stato fatto per stabilire un quadro completo delle condizioni di lavoro degli artisti e dei professionisti culturali. Il settore è caratterizzato da un’elevata precarietà: redditi bassi e instabili, status professionali sempre più complessi e accesso limitato alla sicurezza sociale e alle prestazioni.
L’impatto dannoso della crisi di Covid-19, soprattutto sulle arti vive, rivela problemi strutturali che non possono più essere trascurati. Con la pandemia, ci troviamo in un momento storico in cui l’Unione europea intraprende azioni collettive, proteggendo e migliorando le condizioni di lavoro degli artisti e dei professionisti della cultura in tutta Europa. La mancata adozione di tali misure renderà difficile salvaguardare un settore di cui l’Europa ha bisogno per la sua ripresa.