La cultura durante il lockdown, l’editoriale di Simone Arcagni per Blueprint

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Salto. Clicca il pulsante in basso per leggere il testo completo.

    A ridosso della primavera del 2020, la pandemia da Coronavirus e le conseguenti restrizioni ci hanno costretti a reinventare buona parte delle nostre attività quotidiane, ripensandole o traducendole online. Ma come ha reagito il mondo della cultura a questa situazione? Se lo è chiesto, tra gli altri, Simone Arcagni, professore associato presso l’Università di Palermo e studioso di cinema, media, nuovi media e tecnologie, che per Einaudi ha pubblicato “Visioni digitali”. Da questa domanda, in collaborazione con cheFare e il Polo del ‘900, è nato “Blueprint”,  “una collezione di modelli, esperimenti e prospettive del meglio in circolazione per trasformare la cultura e renderla aperta, potente e sorprendente: arte, cinema, editoria, musica, teatro e videogiochi ­– un compendio su tutto ciò che è cambiato durante la quarantena per la pandemia di Coronavirus”. Ne abbiamo parlato con il professor Arcagni.

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