Viaggio al termine della notte: 18esima edizione di Kilowatt Festival

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    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Minima&Moralia.
    Nell’incertezza surreale di questo 2020, sembrava una chimera il ritorno a teatro, ancor di più nella dimensione dei festival, eppure, nonostante l’imponderabile realtà post covid, è accaduto.

    “Viaggio al termine della notte”, titolo efficacemente evocativo, è l’insegna della diciottesima edizione di Kilowatt, il Festival di Sansepolcro, che anche quest’anno, grazie all’instancabile lavoro dei suoi direttori artistici, Lucia Franchi e Luca Ricci, è riuscito a mettere in piedi una salda rassegna teatrale con spettacoli oscillanti sul tema dell’equilibrio tra innovazione e tradizione.

    Sorprendente anche solo immaginare l’allestimento di un cartellone che, in tempi di protocolli sanitari e distanziamento sociale, è riuscito a contenere ben trentanove spettacoli e concerti, tra teatro, danza e performance, ospitati tra i chiostri e i giardini della città di Piero della Francesca.

    “Il termine della notte di cui parla Céline può essere sia il fondo, sia la fine” spiegano i direttori artistici, “Noi volevamo soprattutto sottolineare come l’emergenza sanitaria della scorsa primavera e quella sociale che la sta seguendo aprano una prospettiva di convivenza continua con l’incertezza di un tempo futuro che non possiamo più gestire con la stessa facilità che finora pensavamo di potere avere”.

     

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