L’arte come progetto

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    Il lavoro di Tommaso Ariemma e Giulia Netti, Il sistema dell’arte Contemporanea e l’industria culturale a Lecce (Milella, 2024), entrambi docenti presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, si presenta come una prima indagine socio-economica in presa diretta, a partire anche da una serie di interviste a operatori del settore, intorno al sistema dell’arte contemporanea e dell’industria culturale e creativa nella città di Lecce, partendo dagli anni più recenti a cavallo della pandemia, con l’obiettivo di indagare le possibilità di una rete composta da artisti, curatori, critici, gallerie, collezionisti e quindi istituzioni pubbliche e private, per contribuire a orientare al meglio future azioni di intervento intorno a Lecce.

    Lecce capitale artistico-sociale del Salento, dagli anni Novanta

    Quella splendida città di Lecce e provincia, con tutto il Salento, che nell’ultimo trentennio abbondante ha avuto un ruolo seminale nell’ambito socio-culturale e artistico, a partire da quello musicale e visivo, come ricorda la mia generazione che nei primissimi anni Novanta partecipò attivamente al germogliare di quel movimento fatto di party, feste gioiose e impreviste, rave interminabili, dancehall improvvisate sulle spiagge e nei campi, veri e propri comizi d’amore sociale e passione politica, contaminando hip-hop e taranta, pizzica e reggae, elettronica e tamburelli, l’arte dei graffiti e l’oralità poetico-politica del rap, le posse degli spazi sociali e il riverbero infinito del dub, in quel ragamuffin salentino nato con il Sud Sound System. Tutto ciò anche grazie alla contaminazione con studiosi e ricercatori sociali che accompagnarono quella vera e propria rivoluzione culturale fatta di seminari, incontri, happening, studi e ricerche di quei visionari che abbiamo avuto la fortuna di incontrare intorno al movimento della Pantera del 1990, come Georges Lapassade (per ricordarlo nei giorni del centenario della nascita, 10 maggio 1924, e a un quindicennio dalla sua morte) e Pietro Fumarola (1943-2018), a partire dal seminario itinerante Lecce-Tirana-Bologna-Rimini-Roma (raccolto in Rap Copy, 1992), quindi con l’Inchiesta sull’hip-hop (1993).

    Reti informali di mutua cooperazione artistica e cittadina

    E il passaggio dei Novanta è ricordato dall’intervento di Ariemma qui raccolto, e che si è già interessato del decennio precedente (con il divertente Filosofia degli anni ‘80, il melangolo, 2019), come fase in cui l’arte contemporanea viene associata alla speculazione finanziaria, mentre lo stesso Ariemma osserva come negli ultimi decenni, soprattutto in Italia, si sia affermato un movimento di arte contemporanea più orientata a un’industriosità diffusa, ad alta intensità di manodopera e a basso impiego di capitale, con la città di Lecce che si inserisce in questa tendenza alla progettualità artistico-culturale nel ripensamento degli spazi pubblici e nella capacità di valorizzare l’operosità informale del lavoro artistico e creativo.

     

    Immagine di copertina di Marija Zaric su Unsplash

    Note

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