cheFare ha affiancato l’Istituto Internazionale di Architettura per la cultura del territorio di Lugano per supportare il Municipio a immaginare la città del futuro

Contesto

Nel 2020 il Municipio di Lugano ha iniziato a lavorare su un nuovo strumento di regolazione urbanistica in grado di guidare lo sviluppo della città per i successivi 30 anni: il Piano Direttorio Comunale, PDCom. Si tratta di uno strumento strategico molto ambizioso che mira a integrare e armonizzare le tante traiettorie che caratterizzano la città: i cambiamenti del lago e quelli delle montagne; il turismo e la ricerca; la cultura dal basso e quella istituzionale. Il Municipio ha affidato all’Istituto Internazionale di Architettura l’incarico di organizzare, promuovere e realizzare in collaborazione con la Città un programma di mediazione che informasse e coinvolgesse la cittadinanza.

Analisi

La complessità dello sviluppo urbano di una città divisa tra il lago e la montagna, connesso con la volontà di ascoltare e sintonizzare i numerosi e diversi stakeholder del territorio, ha portato il Municipio di Lugano ad avvalersi di partner tecnici per implementare in modo efficace il Piano.

Quindi cheFare?

cheFare ha accompagnato per sei mesi l’Istituto Internazionale di Architettura nella progettazione e realizzazione di cinque Tavoli, che hanno coinvolto esponenti di diversi gruppi di interesse suddivisi in aree tematiche: Cultura; Volontariato e Società Civile; Scuola, Università e Ricerca; Tempo Libero, Commercio,Turismo e Sport; Economia e Finanza. Definire la composizione dei Tavoli è stato un lungo lavoro di analisi e sintonizzazione delle realtà che compongono il tessuto economico e sociale della città.

I tavoli tematici hanno permesso di identificare una serie di criticità, ma anche di potenziali soluzioni utili sia nell’ambito dei lavori per l’elaborazione definitiva del PDCom, sia per una verifica più generale dell’azione del Municipio e dell’Amministrazione comunale.

Tra divergenze e consonanze sia nel confronto all’interno dei Tavoli, sia tra un tavolo e l’altro, un comune denominatore emerso è stata la percezione di queste attività come lo sforzo di un ascolto che è parso innovativo rispetto al passato. Un altro fattore accolto positivamente da più parti è stato il riconoscimento dei Tavoli come occasione di dialogo tra realtà che in precedenza hanno avuto rare occasioni di contatto.

Il rapporto finale non è solo una restituzione di un processo lungo e articolato, ma anche un efficace strumento di emersione di saperi specialistici sulla città e di costruzione di comunicazione pubblica.

 

ANNO: 2022
CATEGORIA:

Immagine di copertina di Ennio Dybeli su Unsplash

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