“Mancano cinquemila rose, perché tante ne abbiamo messe, ma altrettante ne avevamo in più promesse”, scrive in Quale psichiatria? (Alpha Beta 2021) Franco Rotelli, uno dei collaboratori più stretti di Basaglia, per anni direttore dei Servizi di salute mentale (Ssm) a Trieste. Oggi, quando si entra nel parco dell’ex manicomio di San Giovanni, a colpire sono i colori e i fiori. Gli edifici dipinti di giallo e rosso, le finestre e le porte spalancate da cui esce musica jazz e canti stonati, le prove teatrali dell’Accademia della follia che si mescolano nell’aria estiva alle chiacchiere dei triestini seduti al Posto delle fragole, lo storico bar del parco, e tutt’attorno il profumo delle rose. C’è un’aria allegra, anche se sono giorni di tensione per il mondo psichiatrico italiano e soprattutto triestino.
A giugno la conferenza nazionale promossa dal ministro Roberto Speranza è stata disertata dalla Società italiana di psichiatria (Sip) che ne ha contestato il titolo e l’orientamento criticando “il metodo autoreferenziale di scelta degli argomenti senza confronto né discussione”. Il presidente della Sip Massimo Di Giannantonio ritiene che i metodi basagliani siano “superati”.