Majorana ai tempi dei social media

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    Cosa avrebbe fatto Majorana se avesse voluto scomparire oggi? Come sarebbe stata la sua fuga in un mondo saturo di immagini e tracce elettroniche? Sarebbe stato più difficile scomparire?

    – “Tutti i giorni sparisce qualcuno”
    – “Ogni volta che uno esce da una stanza”
    (Michelangelo Antonioni, Professione Reporter)

    Se Majorana avesse avuto un carattere diverso, forse oggi avrebbe avuto un profilo Twitter o Facebook e prima di sparire avrebbe lasciato un tweet come questo: “Ho preso una decisione irrevocabile. Non c’è in essa alcun granello di egoismo”, che è l’inizio della lettera che Ettore Majorana scrisse a Carrelli, allora direttore dell’Istituto di Fisica di Napoli dove Majorana era entrato da poco in ruolo.

    Ma Ettore Majorana era un tipo schivo, introverso, “silenzioso e scontroso”, non abituato alla ribalta. “Come tutti i siciliani «buoni», come tutti i siciliani migliori”, scrive Sciascia, “Majorana non era portato a far gruppo, a stabilire solidarietà e a stabilirvisi”. Soltanto con Heisenberg durante la sua visita a Lipsia, “parlava e chiacchierava amabilmente” (sempre secondo la ricostruzione di Sciascia). Il fisico danese Rosenfeld ricorda invece che in tutti i mesi passati a Lipsia sentì la sua voce soltanto una volta, e per una breve frase. Majorana era un solitario, un timido, che evitava qualsiasi forma di pubblicità. Fosse vissuto oggi, avrebbe di sicuro rinunciato a prendere parte alla vita social dei nuovi media. Avrebbe avuto una email, almeno quella, certo.

    Gli sarebbe servita per scambiare qualche opinione con i colleghi e scrivere ai suoi genitori da Lipsia e una volta scomparso la polizia avrebbe avuto accesso alla sua casella postale per scoprire qualcosa di più. Ma avrebbe scoperto poco, perché Majorana era di poche parole e molto abbottonato.

    Avrebbe avuto un cellulare, certo, ma lo avrebbe usato poco e soprattutto, anche se fosse stato sotto controllo, una volta in mare tra Napoli e Palermo, lo avrebbe potuto agilmente lanciare in acqua, smarcandosi dalla sorveglianza satellitare.

    Scomparire nel 1938, come fece, o scomparire oggi, per Majorana, sarebbe stato lo stesso. Quello che invece non sarebbe stato lo stesso, e che avrebbe potuto cambiare il corso di questa storia, è il contesto mediale in cui sarebbe stato immerso, se questa storia fosse accaduta oggi.

    La società della sorveglianza in cui siamo immersi non gli avrebbe permesso di sparire facilmente.
    Durante la sua fuga sarebbe sicuramente passato davanti qualche telecamera di sorveglianza.
    Se, come pensa Leonardo Sciascia, Majorana non si fosse suicidato e si fosse rifugiato in un convento, le telecamere di Google avrebbero potuto coglierlo per caso mentre attraversava la strada verso il convento.

    Oppure qualche turista, a Napoli o Palermo, lo avrebbe potuto involontariamente (come nel film Blow Up) cogliere sullo sfondo di una foto scattata davanti ad un monumento. Poi magari il turista avrebbe messo la foto su Instagram e qualcuno che conosceva la faccia di Majorana ci si sarebbe potuto imbattere per caso mentre faceva una ricerca di immagini su #Napoli.

    Inoltre, la notizia della scomparsa del più grande fisico italiano sarebbe rimbalzata velocemente su tutti i media e chiunque abitasse a Napoli o Palermo si sarebbe guardato in giro per provare a riconoscerlo. Majorana avrebbe avuto molto meno tempo a disposizione per sparire dagli sguardi del mondo. Sguardi che oggi si sarebbero trasformati velocemente in foto postate sui social network.

    Per sparire Majorana avrebbe dovuto calcolare nei minimi dettagli come sfuggire alla co-veglianza, ovvero la sorveglianza reciproca tra gli utenti della rete e degli utenti su altri utenti (l’uso di social media per avere il controllo dei movimenti e delle opinioni dei nostri amici e conoscenti). Il sociologo Barry Wellman riporta alcuni dati: nel 2009 il 69% degli utenti americani di internet aveva cercato qualcuno online.

     

    Un paese intero si sarebbe mobilitato per ritrovare Majorana con tutti i mezzi elettronici possibili. I telegiornali avrebbero segnalato gli avvistamenti dei mitomani, i giornali avrebbero dedicato colonne intere di opinioni sulle ragioni della scomparsa. Vanity Fair avrebbe detto che era depresso. Le radio avrebbero parlato per ore con tutti quelli che lo conoscevano, cercando di far dire a Enrico Fermi che in fondo, Majorana, gli era antipatico e non era poi il genio che si diceva, così l’Ansa avrebbe ripreso la frase e se ne sarebbe discusso per i prossimi tre giorni. Su internet sarebbero circolate bufale di falsi Majorana avvistati in Finlandia.
    È andata bene che non sia successo oggi e che sia riuscito a scomparire.

    A leggere Sciascia si finisce per convincersi che è stato meglio così: Majorana aveva intravisto le conseguenze delle sue scoperte e non gli erano piaciute. La bomba atomica scoppiò lo stesso, anche senza il suo contributo. Ma almeno lui rimase un uomo libero. Oggi, per un uomo di scienza, è molto più difficile, rimanere un uomo completamente libero.

    Se tra voi qualcuno ha intravisto, come Majorana, le conseguenze esiziali delle proprie ricerche oppure volesse semplicemente allontanarsi per un po’ dalla vita elettronica, forse queste Istruzioni per sparire nell’epoca dei social media gli torneranno utili.

    1) Se siete un hacker non devo insegnarvi niente. Se avete un amico hacker chiamatelo. Altrimenti, provate questo:
    2) Cancellate tutti i profili sui social media che avete aperto. Non sapete come fare? Accountkiller.com vi darà una mano.
    3) Rimuovete tutti i risultati delle ricerche di Google su di voi. Potete scrivere direttamente ai siti web che citano il vostro nome e chiedere di rimuoverlo o provare direttamente coi motori di ricerca (anche se sarà dura, a meno che non dimostriate che i siti che vi citano violano qualche norma). Esistono poi altri metodi, più efficaci. Cercateli su…Google.
    4) Aprite degli account email anonimi, che controllerete solo da internet point.
    5) Non fate acquisti online. Non pagate con la carta di credito. Mandate qualcuno a ritirare soldi in banca per voi.
    6) Buttate il cellulare in mare.
    7) Ora la vita vi sembrerà insostenibile. Non avrete più un avatar. Nessuno vi chiamerà. Nessuno vi riempirà di attenzioni e like, non potrete più commentare i terribili post del vostro amico d’infanzia né salvare balene e appoggiare rivoluzioni con un semplice click. Certo, potrete continuare a leggere libri e giornali, ascoltare radio analogiche, guardare le partite di calcio nei bar, fare la spesa nei mercati biologici e invitare gli amici fidati a cena e discutere di politica senza litigare con uno sconosciuto su Facebook. Nessun compagno di scuola potrà mai più sapere cosa avete combinato nella vita ma neanche voi potrete più controllare le Vite degli Altri. E questo è davvero insostenibile. Siete pronti?

    p.s.: questa postfazione è stata scritta prima che la Procura di Roma, grazie ad una fotografia scattatagli da un amico meccanico, confermasse la presenza di Majorana in Venezuela tra il 1955 e il 1959. Chissà se le cose stanno davvero così. Ma se fosse così, pensate se oggi quell’amico meccanico avesse avuto Instagram.

    Postfazione da Silvia Rocchi, Francesca Riccioni Il segreto di Majorana (Rizzoli Lizard, 2015) una graphic novel sulla vita e sulla scomparsa di Ettore Majorana nella prospettiva de La scomparsa di Majorana di Leonardo Sciascia. In libreria da oggi.

     

     

    Foto di Miika Laaksonen su Unsplash

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