L’Eco-ansia come sentimento generazionale

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    «Credo che l’eco-ansia sia il sentimento che ci accomuna a tutti quanti noi attivisti e attiviste di Fridays for Future. Questo sentimento è stato il motore che ha scatenato l’azione. Questo è valso per me, ma penso di poterlo dire a nome di tutti. Greta lo diceva nei suoi primissimi discorsi: ‘I want you to panic’. Voglio che andiate in panico proprio come lo sono io».

    Michela ha 25 anni e milita attivamente nel collettivo Fridays for Future Italia. Il prossimo  23 Settembre si terrà lo Sciopero Globale per il Clima e gli attivisti e attiviste hanno annunciato che saranno presenti in tutte le regioni italiane. Uno degli strumenti comunicativi di maggior successo sui social di FFF sono i video che uniscono foto estetizzate di alcuni luoghi caratteristici con immagini di come appaiono invece oggi gli stessi luoghi a causa della siccità.

    La sensazione che si prova nel vedere una simile waste land, un aggettivo che riprende contemporaneamente l’idea di desolazione e scarto, produce un profondo senso di angoscia. «Alla fine l’eco ansia è questo, ti senti minuscolo rispetto a quello che sta succedendo. Ti rendi conto che ci vuole una visione collettiva delle cose per cambiare qualcosa. L’eco-ansia ti rende a modo suo anche ambivalente. Alcune volte ti svegli e pensi che non valga più la pena impegnarsi, altre volte invece ti da una carica per lottare per il tuo futuro, per le nuove generazioni.

    Continua la lettura del pezzo di Anita Fallani su Siamomine

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