Un anno dopo siamo ancora qui. Rilanciamo la co-progettazione che ha posto le fondamenta per il progetto SOS organizzando un nuovo XYZ, convinti che la progettazione debba essere aperta e iterativa, rimettendo tutto in discussione, mappando, analizzando e ipotizzando nuove strade.
La prospettiva è sempre la stessa: non vi è alcun risultato finale, solo una successione continua di fasi.
Una settimana di laboratorio per porre delle nuove basi, per affrontare, con rinnovato slancio, le sfide che ci attendono dopo l’estate. Incontriamo Tommaso Guariento docente XYZ 2017
Chi sei/cosa fai?
Mi chiamo Tommaso Guariento, sono dottore in studi culturali presso l’Università di Palermo. Precedentemente ho studiato filosofia contemporanea nelle università di Padova e Parigi 1. Mi sono occupato principalmente di antropologia delle immagini, visual studies e filosofia politica, interessandomi in modo più specifico alla produzione di narrazioni collettive (nei romanzi, film, new media e serie televisive). Accanto al lavoro accademico da due anni collaboro con varie riviste on-line (Lavoro Culturale, Effimera, L’Indiscreto, Prismo). A maggio del 2017 ho tenuto un corso di visual studies presso la Scuola Open Source di Bari.
Cosa ti aspetti da XYZ?
Come docente mi aspetto di approfondire la nozione di educazione in tutte le sue forme possibili. Il progetto della Scuola Open Source, così come il laboratorio di co-progettazione XYZ, nascono con l’intenzione di mescolare le competenze ed i saperi, con l’ambizioso scopo di riformulare le attuali modalità pedagogiche di produzione e condivisione delle informazioni. Il mio obiettivo personale è quello di fornire delle basi storiche e critiche rispetto alle modalità di interpretazione e creazione di simboli, immagini e narrazioni collettive.
Come hai capito che funziona XYZ?
Il verbo inglese to hack non ha una traduzione italiana univoca. Il significato corrente oscilla fra “sabotare” e “migliorare”. Credo che anche il funzionamento di XYZ oscilli fra queste due tendenze: si tratta di sabotare le gerarchie e le progettazioni rigide e di migliorare la condivisione reticolare dei saperi. Gli obiettivi vengono riaggiornati ad ogni avanzamento di un progetto in fieri, secondo lo schema del reverse engineering. Concretamente questo significa che nel corso della co-progettazione verranno elaborate soluzioni innovative a partire da problemi situati, con l’obiettivo finale di lavorare alla costruzione di un processo comune, e non all’attuazione lineare di uno schema prestabilito. L’obiettivo finale è quello di hackerare l’educazione, connettere personalità e competenze disparate, credere (nuovamente) nelle Utopie.