Fra gli aggettivi che possiamo utilizzare per definire il tempo della pandemia c’è “libridinoso”. La forzata clausura durante i mesi del Covid ha cambiato molti dei nostri comportamenti. Sacrificati i viaggi, le uscite, lo spettacolo dal vivo, abbiamo trascorso tempo on-line, a studiare, a scrivere, a parlare, a giocare, a guardare video, ad ascoltare, a fare acquisti …. E a leggere: notizie e approfondimenti vari (non a caso, infodemia è uno dei neologismi del 2020), ricette di cucina (nel 2020, l’età media di chi cerca ricette on-line è scesa di 20 anni: vi ricordate il boom del lievito madre?), libri.
La cosa è nota e non sorprende: le piattaforme digitali (che fossero streaming, social media, siti di e-commerce o interattive come nel caso dei videogiochi o degli e-sport) erano già in fase di crescita e il blocco delle attività in presenza ha drammaticamente accelerato il processo. Editori e biblioteche hanno potenziato il servizio presente, ma marginale, di prestito digitale.