La malattia del dubbio, perché le persone non si fidano della medicina

Scarica come pdf

Scarica l'articolo in PDF.

Per scaricare l’articolo in PDF bisogna essere iscritti alla newsletter di cheFare, completando il campo qui sotto l’iscrizione è automatica.

Inserisci i dati richiesti anche se sei già iscritto e usa un indirizzo email corretto e funzionante: ti manderemo una mail con il link per scaricare il PDF.


    Se inserisci il tuo indirizzo mail riceverai la nostra newsletter.

    image_pdfimage_print

    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Luz.

    Comodo derubricare – per esempio – il dibattito sui vaccini come uno scontro tra evoluti e subumani, magari reso più nitido dai social media. Certo, qualche cinico potrebbe dire che è anche quello, ma non è così. La faccenda è un po’ più complessa.

    Vanno tenuti in mente due punti, uno dei quali controintuitivo. Primo punto: siamo più scolarizzati rispetto al passato e pensiamo di potercela cavare da soli in questioni su cui prima ci fidavamo acriticamente. Secondo punto: la crisi di credibilità delle élite colpisce anche la medicina e il rapporto medico – paziente.

    Silvia Bencivelli questi temi li conosce bene. Medico e giornalista scientifica classe 1977, voce di Rai Radio3, pluripremiata divulgatrice scientifica e autrice per Einaudi di Sospettosi – Noi e i nostri dubbi sulla scienza, dove indaga come e perché non siano solo persone prive di capitale socio-culturale ad affidarsi a rimedi miracolosi, credenze bislacche, fuffa new age.

    Anzi: la fiducia nell’irrazionale in campo terapeutico è trasversale, basti pensare all’omeopatia. Non sono solo i semplici, ma anche chi in teoria dovrebbe starne lontanissimo per mille ragioni a cedere alle promesse della pseudo scienza.

    Silvia Bencivelli: ma allora perché “loro” ci credono?
    Già, perché persone intelligenti fanno scelte cretine? Ci sono tante risposte che vengono dalla psicologia, dalle ricerche, ma la risposta in sostanza è perché non sono così intelligenti. Mi sono messa a lavorare diversi anni su questo tema nell’ambito della salute sia con interviste che andando dove ci sono dati – perché esistono dati – proprio per cercare di avere una risposta più articolata della precedente.

    Note

    Clicca qui per leggere l’articolo completo