Sfidare la retorica della guerra con l’arte pubblica e la creatività ribelle: arrivano in strada, a Bologna, i 200 poster scelti per la call for artists 2024 di Cheap e realizzati da artisti e artiste di tutto il mondo.
CHEAP torna a farsi sentire con numeri che parlano chiaro: 662 artiste e artisti, 41 Paesi coinvolti, 1120 poster inviati, 200 selezionati. Il collettivo bolognese lancia il guanto di sfida contro la guerra attraverso l’arte pubblica e il détournement visivo e, per l’edizione 2024 della Call For Artists, ha chiamato a raccolta creativi da mezzo mondo. Il risultato? Un’esplosione di manifesti che invadono Bologna per tutto il mese, affissi sui muri della città come segni di una guerriglia estetica che punta a sabotare la retorica della guerra.
Rimanendo sui numeri: l’ultimo Global Peace Index, l’indicatore mondiale che misura lo stato di pace di 163 Stati e territori, parla di un 40% in più di conflitti negli ultimi quattro anni, raggiungendo il picco di 56 guerre attive, un record drammatico dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Che fare? CHEAP risponde disertando la narrazione bellica, contrapponendo all’ideologia della violenza nuovi ordini simbolici. I poster selezionati per questa edizione lanciano questo messaggio: mitra che sparano dollari, tank trasformati in pezzi da museo pop, aquile bellicose travestite da colombe. E poi ci sono i riferimenti espliciti al sesso, forse l’unico antidoto sensato all’ossessione mortifera della guerra: vibratori e plug che spuntano come eroi di una contro-narrazione che ribalta i paradigmi.
Immagine di copertina Giulia Rosco, CHEAP Call For Artists 2024, Bologna