Calcio: il ritorno delle ragazze mondiali

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    Un montepremi complessivo di 152 milioni di dollari, pari a 141,8 milioni di euro, tre volte di più rispetto all’edizione del 2019 in Francia, la trasmissione in 34 Paesi europei, ma non si potrà indossare la fascia arcobaleno a sostegno dei diritti LGBTQIA+. Mancano poche ora al fischio d’inizio della nona edizione dei Mondiali femminili di calcio, dal 20 luglio al 20 agosto in 10 stadi tra Australia e Nuova Zelanda. Trentadue le squadre, divise in 8 gironi, che si contenderanno il titolo nella finale in programma il 20 agosto allo Stadium Australia di Sydney.

    La novità più interessante del torneo 2023 riguarda il montepremi. Ogni calciatrice della Coppa del mondo (sono 736 le partecipanti) riceverà almeno 30.000 dollari dalla FIFA e le 23 giocatrici della squadra che conquisterà il titolo riceveranno ciascuna 270.000 dollari. Il governo del calcio mondiale, come già detto, ha triplicato il montepremi complessivo del torneo rispetto all’edizione 2019 in Francia, dieci volte di più rispetto all’edizione del 2015 in Canada. Da notare che, invece, le 32 federazioni nazionali le cui squadre hanno giocato ai Mondiali maschili del 2022 in Qatar hanno condiviso 440 milioni di dollari di premi in denaro. In particolare, la FIFA pagherà 10,5 milioni di dollari alla nazione vincitrice del titolo, di cui 6,21 milioni di dollari da dividere tra le giocatrici e 4,29 milioni andranno alla Federazione.

    Se, però, la FIFA fa un passo avanti sul versante economico, resta in stallo sulla questione diritti, alla luce anche di quanto accaduto nell’ultimo Mondiale maschile in Qatar. Infatti, in Australia e Nuova Zelanda le calciatrici non potranno indossare la fascia arcobaleno a sostegno dei diritti LGBTQIA+ ma potranno scegliere tra otto alternative, tutte approvate dalla FIFA dopo aver consultato le 32 squadre, le giocatrici e le agenzie delle Nazioni Unite. “Uniti per l’inclusione”, “Uniti per i popoli indigeni”, “Uniti per l’uguaglianza di genere”, “Uniti per la pace”, “Uniti per l’istruzione per tutti”, “Uniti per la fame zero”, “Uniti per la fine della violenza contro le donne” e “Il calcio è gioia, pace, amore, speranza e passione” sono i messaggi che vedremo indossare.

    Tra novità (Irlanda e Portogallo sono all’esordio così come Haiti, Marocco, Panamá, Filippine, Vietnam e Zambia) e conferme (gli Stati Uniti puntano al terzo titolo consecutivo e al quinto complessivo) in campo ci sarà anche la Nazionale di Milena Bertolini, la squadra che nel 2019, insieme all’Under 20 e 21 maschile, fece gridare al “Rinascimento azzurro” del calcio italiano e appassionò milioni di italiani. Cinque anni dopo, nel mezzo la sconfitta agli Europei nel 2022, tornano in campo (prima gara il 24 luglio contro l’Argentina), dovendo fare a meno della capitana Sara Gama, non convocata dalla CT a tre giorni dalla chiusura della lista delle convocazioni azzurre.

     

    Immagine di copertina di Abigail Keenan su Unsplash

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