4000 fattorini a 8,50 euro l’ora fanno la storia della gig economy

Scarica come pdf

Scarica l'articolo in PDF.

Per scaricare l’articolo in PDF bisogna essere iscritti alla newsletter di cheFare, completando il campo qui sotto l’iscrizione è automatica.

Inserisci i dati richiesti anche se sei già iscritto e usa un indirizzo email corretto e funzionante: ti manderemo una mail con il link per scaricare il PDF.


    Se inserisci il tuo indirizzo mail riceverai la nostra newsletter.

    image_pdfimage_print

    Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Dissapore clicca il pulsante in basso per leggere il testo completo.

    Una giornata storica per i rider: l’accordo tra i sindacati più rappresentativi e la piattaforma di delivery Just Eat sul riconoscimento del rapporto come lavoro subordinato cambia completamente la visione d’insieme. Infatti non si tratta che di un primo passo, che riguarda una minoranza di fattorini del food. Ma la giornata non è storica solo per i rider: quella che ne esce stravolta, e proiettata verso il futuro, non è soltanto una categoria ma tutta la concezione della gig economy.

    Evidentemente, al giorno d’oggi dire lavoro non equivale necessariamente a dire sfruttamento.

    Lo avevamo detto all’epoca, che il 2020 si stava rivelando l’anno zero per i diritti dei fattorini: l’anno in cui a fronte di un boom nelle ordinazioni e quindi nei guadagni, le piattaforme avrebbero dovuto fare i conti con la realtà. Ed ecco, è arrivato l’anno uno. Sono i tempi, che ci vuoi fare, dicono spesso i difensori dello status quo e della deregolamentazione selvaggia, con un’alzata di spalle. Ma i tempi possono cambiare, meglio ancora si possono cambiare. Vediamo allora qual è la situazione attuale, e quali potrebbero essere i successivi sviluppi.

    Note

    Clicca qui per leggere l’articolo completo