Non si può che invidiare la Madonnina di Schilpario: dal sentiero per il rifugio Tagliaferri, si gode una vista imponente sulla valle del Vò con lo sfondo del Pizzo Camino.
Ma la sua sorella in piazzale dei Cacciatori a Mamentino di Brescia, che peccati avrà mai da scontare, povera Immacolata, per dover fissare fino alla fine dei tempi tre cassonetti della raccolta differenziata?
Poi qualcuno ci ha pensato. A ribaltare la direzione dello sguardo devoto. A vedere le cose dal loro punto di vista: loro, i santi, i cristi, le madonnine, silenziose sentinelle di strada.
Tra cielo e terra è un progetto entusiasmante, per tutti i motivi che cercherò di spiegarvi. Prima che chiuda, e non manca molto, andatene a vedere i risultati al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, ma badate a non attendervi una mostra come un’altra. Dovrete entrarci dentro con pazienza e curiosità.
Tutto comincia dall’idea di un artista, Claudio Beorchia. Fu lui, in alcune occasioni territorialmente circoscritte, a inventare questo gioco, di guardare il paesaggio con gli occhi dei santi. Metteva letteralmente la fotocamera all’occhio dell’adorato, dentro la sua edicoletta, e scattava secondo il suo campo visivo.
Poi è stato Matteo Balduzzi, che i lettori di Fotocrazia già conoscono come geniale organizzatore di avventure fotografiche condivise, a trasformare quella intuizione in un progetto di fotografia partecipata. Lanciando una vera e propria campagna pubblica per riaprire gli occhi ai santi della Lombardia.