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Quindi, cheFare? un corso di progettazione culturale

Nel corso dell’anno passato, il tempo si è frammentato tra la preoccupazione per l’emergenza pandemica e la sensazione di claustrofobia per i lockdown nazionali e regionali. Le analisi che tentano di spiegare queste due condizioni ormai si sprecano, ma c’è un punto su cui sembrano essere tutte e tutti d’accordo.

Il Coronavirus ha consumato la nostra capacità di immaginare qualcosa di “altro” rispetto a quello che già c’è, il presente ci sta privando delle energie necessarie a rintracciare il senso quotidiano del fare e progettare cultura.

Per recuperarlo, abbiamo creato Quindi, cheFare? – il nostro corso di progettazione culturale. La 1° Stagione, interamente online, inizierà il 4 marzo 2021 e coinvolgerà 17 docenti per 50 ore di formazione.

Il programma lo abbiamo costruito proprio partendo dal principio: fare cultura è immaginare, realizzare, attraversare spazi e luoghi fondamentali per esistere, individualmente ed in società. Sono azioni essenziali che hanno un intrinseco valore politico perché producono effetti sulla società estremamente concreti.

La progettazione culturale deve legare indissolubilmente il valore culturale a quello sociale e deve partire dai bisogni e dai desideri.

La progettazione culturale deve essere all’altezza delle sfide poste dalla contemporaneità. Deve legare indissolubilmente il valore culturale a quello sociale e deve partire dai bisogni e dai desideri. Progettare cultura in questo modo trasforma la realtà, supera l’alto e il basso, il pubblico e il privato, il vecchio e il nuovo.

Queste sono le caratteristiche essenziali dei modi di progettare cultura che cheFare pratica, promuove e divulga da oltre 9 anni.

Quindi, cheFare? è un corso di progettazione culturale che si fonda proprio su queste esperienze. Partendo dalle progettazioni culturali di frontiera, le collaborazioni con le istituzioni e le esperienze dal basso, abbiamo definito un programma che intende:

+ assemblare idee, metodi e strumenti per progettare una cultura capace di trasformare la realtà.

+ offrire un panorama critico del rapporto tra imprese culturali, innovazione sociale e terzo settore, con un’attenzione particolare alle politiche culturali sui territori e alle strutture di finanziamento.

La 1° Stagione del corso si chiama Complesso / Complicato, ed approfondirà a tutto tondo l’idea che fare cultura sia complesso, non complicato. Districherà i nodi degli strumenti della progettazione culturale, e accoglierà interamente la complessa rete di persone, comunità ed organizzazioni che devono convergere per creare progetti realmente in grado di trasformare la realtà.

Il corso vedrà la partecipazione di Sandra Aloia (Responsabile Missione Partecipazione, Obiettivo Cultura di Fondazione Compagnia di San Paolo), Alessandro Bollo (Direttore di Fondazione Polo del ‘900 e presidente di Kalatà), Tiziano Bonini (Professore associato in sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Siena), Matteo Brambilla (consulente di progetto di cheFare), Anna Daneri (curatrice indipendente), Ilde Forgione (Assegnista di ricerca e membro del team TikTok delle Gallerie degli Uffizi), Giacomo Giossi (Responsabile editoriale di cheFare), Marilù Manta (Project manager di cheFare), Ezio Manzini (Presidente di DESIS Network e professore onorario del Politecnico di Milano), Erika Mattarella (Direttrice dei Bagni Pubblici di via Agliè, Casa del Quartiere di Barriera di Milano, Liberitutti scs), Marco Minoja (Direttore della Direzione Cultura del Comune di Milano), Federico Nejrotti (Responsabile della comunicazione di cheFare), Bertram Niessen (Direttore scientifico di cheFare), Filippo Tantillo (Ricercatore territorialista ed esperto di politiche del lavoro e dello sviluppo), Claudio Paolucci (Professore di Semiotica e Filosofia del linguaggio all’Università di Bologna), Valeria Verdolini (ricercatrice in sociologia generale presso l’Università di Milano-Bicocca) e Federica Vittori (Responsabile progetti ed empowerment di cheFare).

È dedicata a operatori culturali e del terzo settore; progettisti culturali, sociali e territoriali; funzionari della Pubblica Amministrazione e policymaker; studiosi e ricercatori; attivisti e produttori culturali. In generale, a chi vuole realizzare progetti complessi negli ambiti del design, dell’urbanistica, delle arti visive, delle belle arti, della sociologia, dell’antropologia, del cinema, del teatro.

Iscriversi costa 800€ + IVA e c’è tempo fino al 25 febbraio per prenotare un posto, fino al raggiungimento del limite massimo di 25 partecipanti. Scopri tutte le informazioni sul sito dedicato a Quindi, cheFare? oppure, scrivici una mail a quindi@che-fare.com.

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