Questo testo è apparso originariamente sul sito di Radio Svizzera Italiana.
Abbiamo bisogno di ritrovare e vivere i luoghi della cultura, per ripensarli nel loro ruolo e nel loro modo di fare cultura. Occorre ora ripartire dalla condivisione a più livelli, destrutturando spazi, modi ma anche le nostre menti, per creare nuovi centri culturali che siano aperti al confronto, al dibattito. Perpermettere a luoghi della cultura di trasformarsi con nuove connessionitra l’on-line, sperimentato nella chiusura per il Covid e gli eventi nei luoghi fisici.
Occorre rispondere con la cultura a questi momenti smarriti, di incertezza profonda. Con azioni culturali collaborative, restituendo i luoghi del nostro quotidiano alla cultura, dalle piazze ai parchi, dalle stazioni della metro, ai cortili condominialie le strade, ad esempio.
Urgono nuove esperienze, competenze ampie per ripensare e ritrovare il significato e il senso della parola partecipazione, attraverso la cultura, senza alti e bassi e all’insegna della solidarietà, per riabitare di cultura gli spazi del territorio, perridare visibilità e forza ad artisti e a tutte le realtà culturali varie, pubbliche e private, istituzionalio meno.
Con la cultura solitaria non ci si salverà. Appaiono quindi importanti esperienze come quella promossa da “cheFare”, un’associazione culturale no profit che sviluppa progetti per la cultura in Italia e all’estero. E che sta provando a unire e a ricostruire la storia dei luoghi di cultura. E dopo aver lanciato a febbraio una call to action per mappare i nuovi luoghi di cultura in Italia con risposte ricevute da 410 nuovi centri culturali e da 145 organizzazioni che vi operano.
Arriva ora laGuida, un festival itinerante dei nuovi centri culturali in Italia. Un invito ad agire e ad unire luoghi di cultura diversi che contengono tante storie e persone. Il progetto di laGuida è partito ieri con la prima tappa fatta di momenti in streaming seguirà il camp dedicato a formazione, confronto e approfondimenti. E infine il terzo momento, laPiazza ad inizio ottobre.
Per riempire di nuovo le piazze e diventare confronto tra questi nuovi centri, le loro reti, chi li anima e il pubblico della cultura. Per far sì‘ che la cultura irradi e unisca persone e i luoghi del nostro essere e vivere trasformandoli e noi con loro.