Movida, decoro, sicurezza urbana: il bisogno di ripoliticizzare la questione a partire da Roma

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A Roma ma non solo a Roma si parla spesso di movida, di malamovida, di movida selvaggia. Su Google per la movida romana ci sono dieci milioni di risultati: consigli su dove andare a bere, articoli sui trend della vita notturna, proteste dei cittadini esasperati dalle strade vicino ai locali affollate. Movida è diventato un termine di uso comune, e soprattutto è una delle parole chiave per il dibattito politico romano, che gira sempre di più intorno alla questione del decoro e del degrado e quindi anche al tema della movida.

Di fronte a questa invasione di discorso pubblico di ogni tipo sulla movida, il dibattito scientifico è praticamente nullo. E quest’assenza pesa molto  sul piano dell’analisi sociale del fenomeno, della sua comprensione ovviamente, ma soprattutto sull’impatto che quest’assenza ha nella riflessione e nella decisione politica.

L’origine del termine movida va collocata alla fine degli anni settanta in Spagna, quando la dittatura franchista finisce e le strade, per prime quelle dei quartieri popolari di Madrid, si riempiono di gente. La movida è un movimento sociale, culturale e artistico: viene fuori da un contesto libertario e socialista ed è una risposta alla respressione dell’immaginazione, alla cappa clericale del regime franchista.