L’Italia è vuota, o forse no

A inizio marzo è stato presentato “Qui Val di Fiastra”, un progetto di rigenerazione culturale e sociale che ha vinto il PNRR Borghi, bando del ministero della Cultura per la valorizzazione del patrimonio dei piccoli comuni e il contrasto all’abbandono. I fondi serviranno a mettere in pratica quindici interventi concreti per incentivare la partecipazione sociale nell’intera vallata, coinvolgendo i comuni di Ripe San Ginesio (capofila), Colmurano, Loro Piceno e altri in provincia di Macerata. Il progetto nella sua forma attuale è frutto di un lungo lavoro promosso da Borgofuturo, associazione locale che nasce “dalla volontà di risignificare un luogo a livello di immaginario”, mi spiega Matteo Giacomelli, urbanista e scienziato ambientale, ora ricercatore in urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.

Dal 2010, nell’ambito dei festival e dei social camp, il gruppo di ricercatori, attivisti e place makers (per intendere un vasto insieme di figure che animano la comunità) “ha raccolto ospiti e generato discussioni che mettevano in relazioni le grandi tematiche della sostenibilità globale con la sfera locale della provincia italiana”. L’ultima edizione del festival dello scorso anno, ad esempio, si è costruita attorno al tema dell’abitare: l’esigenza di pensare a un modello sostenibile per l’utilizzo di spazi abitativi nel rispetto dell’ambiente circostante è stata resa ancora più pressante dal sisma del 2016, dalla crisi pandemica e, ovviamente, da quella climatica.

 

Immagine di copertina di davide ragusa su Unsplash